mercoledì 16 marzo 2016

Il Sole 16.3.16
Anticorruzione. L’ex sindaco Marino si difende: ho voluto io la collaborazione Anac
Pignatone: maladministration sotto gli occhi di tutti, ma emersa solo con le indagini
«Roma, violazione sistematica delle regole»
Cantone invia alla Procura e alla Corte dei conti la delibera sugli appalti della Capitale
di Ivan Cimmarusti e Andrea Marini

Un sistema di assegnazione degli appalti «che lasciava a desiderare, per essere buoni. Nel quale in molti casi il rispetto delle regole è un optional. Il sistema ha riguardato tanti dipartimenti, tanti settori, tanti ambiti, che ci ha portato a parlare di metodo sistematico come paradosso, perché in effetti ha riguardato molti ambiti». Così Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, ha commentato la delibera della stessa Anac sul sistema degli appalti del Comune di Roma nel periodo 2012-2014 che al termine di una indagine ispettiva ha messo in luce gravi irregolarità.
In 15 pagine la delibera dice che la gestione delle attività contrattuali di Roma Capitale - nei suoi molteplici aspetti e modalità - «non è conforme ai principi di buon andamento ed imparzialità dell’amministrazione sanciti dall’art. 97 della Costituzione» e richiamati nel decreto legislativo 163/2006, «con ricadute negative sulla qualità delle prestazioni e per l’incremento dei costi, nonché per la lesione della concorrenza, come effetto della sottrazione alle regole di competitività del mercato di una cospicua quota di appalti, affidati per la maggior parte senza gara». La delibera dell’Anac chiude il cerchio sugli appalti nella capitale gestiti dall’amministrazione comunale capitolina dal 2012 al 2014, chiamando in causa le ultime due amministrazioni, una di centrodestra, sindaco Gianni Alemanno, e l’altra di centrosinistra, sindaco Ignazio Marino.
Proprio l’ex sindaco Marino ha così commentato: «Quella fotografata da Cantone è una realtà fortemente radicata, fatta di sistematiche violazioni che la mia giunta ha combattuto - ha rivendicato -. Una lotta titanica interrotta con la decisione del Pd di determinare la caduta del sindaco». Un affondo al Pd che riapre vecchie ferite, e arriva nel giorno in cui sfuma l’incontro previsto tra Marino e il candidato sindaco di Sinistra Italiana Stefano Fassina e si allontana anche l’ipotesi di primarie a sinistra del Pd. L’ex primo cittadino di Roma sarebbe orientato a ripresentarsi autonomamente alle elezioni.
Per l’Anac il ricorso nell’amministrazione comunale a procedure prive di evidenza pubblica porta con sé «l’incremento di possibili fenomeni distorsivi che agevolano il radicarsi di prassi corruttive». Tanti gli ambiti nei quali vengono riscontrate irregolarità: dalla manutenzione delle strade ai servizi per i disabili, dagli ospizi agli affitti delle case, dalla macellazione della carne alla tutela del verde pubblico, dall’acquisto di nuovi software alla gestione dei canili. Marino ha rivendicato «con orgoglio» di essere stato lui a volere la collaborazione con l’Anticorruzione.
Intanto il dossier di Cantone, nei prossimi giorni, sarà depositato alla Procura della Repubblica di Roma. I fatti passati sotto la lente amministrativa sono, in parte, gli stessi emersi da più indagini penali dei magistrati coordinati dal procuratore capo, Giuseppe Pignatone. Inchieste per corruzione dietro ad appalti del comune della Capitale svelati dagli accertamenti del pool “reati contro la Pubblica amministrazione”. Tuttavia la relazione sarà passata al setaccio, al fine di individuare eventuali irregolarità amministrative dietro le commesse, che potrebbero poi far emergere reati. Il dossier, infine, è stato inviato anche alla Procura della Corte dei Conti, la quale ha già svariati procedimenti per danno erariale in cui risultano accusati politici e svariati funzionari e dirigenti della pubblica amministrazione capitolina.
Proprio Pignatone, ieri, è intervenuto sulla questione: «Per il giudizio penale serve la sentenza, per il giudizio amministrativo non dobbiamo aspettarla. Oggi - ha detto - Cantone riconferma sul piano della verifica amministrativa la conclusione delle indagini penali su Mafia Capitale. È emerso un quadro di “maladministration” che era sotto gli occhi di tutti ma che senza le indagini non sarebbe mai emerso». Rassicurazioni sono arrivate, invece, dal ministro dell’Interno Angelino Alfano: «Sovrintende sulla macchina del Campidoglio il commissario straordinario, la cui attività è essa stessa, a nostro avviso, garanzia di vigilanza, legalità e trasparenza. La sua attività si avvarrà anche del recente rapporto del presidente Cantone».