Il Sole 16.3.16
Lo scontro nel Pd. L’ex sindaco valuta il
ricorso ai garanti nazionali: «Intervenga Renzi» - Primarie regolate per
legge, Rosato (Pd) apre alla proposta di Toti (Fi)
Bassolino: rivotare in 5 seggi
di M.Per.
Non
abbandona il partito, non per ora. Antonio Bassolino, dopo la
bocciatura di due ricorsi presentati a distanza di cinque giorni,
annuncia altre azioni, ma non lascia. Ieri mattina, con un post su
Facebook, l’ex sindaco di Napoli e governatore della Campania ha chiesto
che si voti di nuovo nei cinque seggi in cui il video di Fanpage ha
documentato che il 9 marzo consiglieri del Pd spingevano gli elettori a
votare per Valeria Valente e in alcuni casi offrivano anche un euro,
quanto necessario per votare.
La parola passa a Roma. Bassolino si
rivolge direttamente al premier e lo esorta a prendere nelle sue mani
il “caso Napoli”. A Matteo Renzi «direi che dovrebbe interessarsi di
persona di una situazione come quella napoletana». La soluzione «non è
l’annullamento: non voglio vincere a tavolino. Si rivoti». Altrimenti,
avverte Bassolino, «il Pd va verso il suicidio, come e peggio del 2011, e
l’attuale candidata non arriverà ai ballottaggi». Infine, ha
annunciato: «Tra domani e dopodomani può darsi che faccia ricorso ai
Garanti nazionali».
Tra i suoi piu stretti collaboratori si
cercano soluzioni. Si parla di un precedente, dell’anno scorso in
Liguria. «Si votava per le primarie – spiega il consigliere regionale
Antonio Marciano – nel seggio di Lavagna. Una elettrice racconta di
essere stata avvicinata e di aver ricevuto un euro per votare a favore
di uno dei candidati. La commissione di garanzia in quel caso ha
annullato i voti di quel seggio».
Proprio sulle primarie, che
hanno fatto infiammare di nuovo lo scontro tra renziani e minoranza
dentro il Pd, è arrivata ieri la proposta del governatore della Liguria
Giovanni Toti (Forza Italia): «Primarie regolamentate per legge». In
Parlamento, «possibilmente con un grande accordo condiviso». Un’ipotesi
su cui apre il capogruppo dem alla Camera, Ettore Rosato: «In linea di
massima sì. Il banco di prova sarà la legge sui partiti». Quella legge
che sta muovendo i primi passi in commissione Affari costituzionali,
contro cui però il M5S ha già dichiarato guerra.
Di primarie si
tornerà a parlare lunedì alla direzione del partito voluta da Renzi
all’indomani del caos nella Capitale. L’orientamento è uno: raffreddare
gli animi. Non c’è alcun documento di rottura in preparazione,
assicurano i renziani. La resa dei conti, semmai, sarà al congresso del
2017. Adesso c’è da badare agli avversari esterni da battere alle
amministrative. E ai conti: l’Italia tornata in deflazione non rassicura
nessuno.