Il Sole 10.3.16
Non le liste a sinistra ma l’emergenza sbarchi è la vera incognita del test nelle città
di Lina Palmerini
Se
in Transatlantico imperversano le polemiche della minoranza Pd su
Bassolino e si discute delle liste separate contro il partito renziano,
fuori da quel corridoio di Montecitorio c’è un tema che sfida Renzi
molto più della sinistra. Si chiama immigrazione e si muove con un
tempismo perfetto verso le amministrative di giugno. Sarà quella la
stagione in cui gli sbarchi, presumibilmente, cominceranno a toccare
l’apice dei massimi arrivi nelle coste italiane soprattutto se si chiude
la rotta balcanica. Questa era la notizia di ieri, l’accelerazione
europea del blocco di quel passaggio che dalla Grecia porta i migranti
fino alla Germania e ai paesi del Nord. E la chiusura della porta dei
Balcani vuol dire che – probabilmente – verrà forzata l’apertura di
un’altra: quella dell'Adriatico e quindi dell’Italia.
Più che la
sinistra, la spina nel fianco di Renzi saranno piuttosto i 5 Stelle e la
Lega, o il combinato disposto dei due partiti che proprio su Europa e
immigrazione hanno una visione comune. E che potrebbero centrare la
campagna elettorale nelle grandi città su un tema che è avvertito da
tutti come una priorità, al pari o superiore, all'economia. Non è un
caso che Salvini ha fatto sapere di voler costruire dei patti di
desistenza con il Movimento di Grillo, perché sa che può fare massa
critica portando avanti la sua battaglia anti-sbarchi e anti-Ue. Dunque,
il disturbo verrà da quelle liste più che da un’eventuale lista Marino o
Bassolino se la cronaca di quei giorni metterà sul tavolo di nuovo
l’emergenza immigrazione.
Anche dei possibili scenari sul fronte
profughi si è parlato ieri nel consueto pranzo al Quirinale che precede i
vertici europei. Nessun allarmismo, al contrario, ma le notizie di ieri
così come le preoccupazioni sugli esiti del prossimo Consiglio Ue
restano sul tavolo. Soprattutto su due aspetti. Il primo è quello
appunto della possibile apertura della rotta Adriatica; il secondo è un
aspetto che può sembrare marginale ma che tuttavia potrebbe creare dei
problemi e riguarda l’assenza di una regolamentazione europea per tenere
bloccati – quasi in una forma di detenzione – le migliaia di immigrati
economici nei centri di accoglienza. C’è insomma un deficit giuridico
che è obbligatorio risolvere soprattutto se verranno rispettate le
previsioni degli arrivi di quest’anno che potrebbero aggirarsi intorno
ai 100-140mila.
Il tornante-immigrazione appare, quindi, ben più
pericoloso di una lista a sinistra di disturbo perché il 5 giugno,
probabilmente, le immagini racconteranno non la storia delle primarie e
delle divisioni a sinistra ma quelle - molto più coinvolgenti per i
cittadini - che riguarderanno gli sbarchi. Così andò lo scorso anno
quando a ridosso delle regionali si vedevano nei Tg le immagini dei
profughi fermi alle stazioni di Milano e di Roma. E quest’anno potrebbe
essere perfino peggio se continua il catenaccio dei Paesi del Nord e
dell’Est. Il ministro Alfano è stato molto rassicurante – ieri – con il
capo dello Stato: ha parlato di accordi fatti con l’Albania – paese
chiave della rotta adriatica – e di una macchina amministrativa che
funziona nelle procedure di identificazione e accoglienza. Tuttavia, i
prossimi mesi restano un’incognita.
Innanzitutto per le mosse che
farà l’Europa. Domenica c’è una tornata amministrativa importante in
Germania, tra una settimana esatta prenderà il via il Consiglio europeo
al quale parteciperà il primo ministro turco e – per l’Italia – molto
dipenderà dagli esiti di quel vertice. Per l’Italia e anche per Renzi
atteso al test delle amministrative.