il manifesto 5.3.16
Super Sunday della Nazione
Democrack. Domani le primarie dem, ma nella Capitale si teme il flop
Orfini: «Unico problema il meteo, faremo la danza del sole»
«Parlare di Verdini non ha senso, siamo di centrosinistra»
di Daniela Preziosi
Alla
vigilia dell’apertura dei gazebo nella capitale arrivano gli ultimi
endorsement. Non sono colpi di scena clamorosi, ma nella comunità dem
fanno un po’ chiasso. A sorpresa per Roberto Morassut si pronuncia
Alessandra Cattoi, braccio destro e fedelissima dell’ex sindaco Ignazio
Marino: «Domenica sarò a Milano per un impegno preso in precedenza, non
so se farò in tempo a votare. Nel caso voterei Morassut perché è più
vicino alla mia visione di città». Roberto Giachetti invece incassa il
sì dei big dell’area popolare cattorenziana: il ministro Delrio, il
sottosegretario Angelo Rughetti. E Linda Lanzillotta, ex Pd poi in
Scelta Civica oggi di nuovo approdata nel Pd: «Lo voterò perché il suo
buon rapporto con Renzi potrà assicurare alle politiche per la rinascita
di Roma il pieno sostegno del governo». Motivazione non elegante. Il
messaggio ai romani, sempreché lo vengano a sapere, è: Giachetti ha
l’appoggio del premier che doserà i suoi aiuti alla città a seconda di
chi vincerà. Del resto è già andata così con Marino, che ha aspettato
inutilmente i soldi per il Giubileo, sbloccati solo dopo il suo
dimissionamento. Morassut, che renziano sarebbe ma nella competizione è
sostenuto dalla sinistra del Pd romano, replica infastidito: «Ho motivo
di ritenere che l’interesse per Roma del governo Renzi prescinderà
dall’esito di queste primarie». Piccoli sgambetti finali. Come quello di
Riccardo Magi, dei radicali italiani e vicino a Emma Bonino, che ora
pensa di correre per il Campidoglio perché si dichiara «deluso» da
Giachetti: «Siamo stupiti dal nulla di questa prima fase elettorale, in
particolare dalle primarie del centrosinistra. Stiamo valutando la
possibilità di una partecipazione diretta: entro prossima settimana
decideremo». Giachetti, tessera radicale, ha già incassato l’appoggio di
un pannelliano comitato di «radicali per Giachetti sindaco».
Oggi
le ultime iniziative dei sei candidati. I due Roberti batterano le
periferie popolose ma anche tese di problemi: Morassut chiuderà a
Torbellamonaca, Giachetti a Corviale. L’affluenza di domenica è il vero
busillis. La sfida alla camomilla non trascina ai gazebo. L’endorsement
di Verdini potrebbe allontanare gli indecisi. Orfini tranquillizza i
militanti: «L’ipotesi di una lista civica promossa da Verdini? Non credo
che accadrà. Le nostre primarie sono di centrosinistra, la nostra
coalizione è di centrosinistra, quindi parteciperanno elettori di
centrosinistra e alle elezioni andrà una coalizione di centrosinistra».
Peccato che il generale Domenico Rossi, candidato in quota Centro
Democratico, faccia appello «al mondo cattolico romano» rivendicando la
sua presenza al Family Day.
Nel 2013 ai gazebo arrivarono quasi
100mila persone. Oggi, dopo le traversie della giunta Marino, lo
scoperchiamento delle vicende di Mafia Capitale e il commissariamento
del Pd romano, fare il bis sembra impossibile. Nonostante le nuove
regole che fanno votare gli immigrati, purché regolari, residenti nella
Capitale e «pre-registrati», per evitare le immancabili polemiche. La
pre-registrazione è possibile fino alle 12 di oggi. Ma a questo giro
manca una fetta del tradizionale elettorato, quello di sinistra. Anche
se le primarie di domani vengono puntigliosamente definite di
«centrosinistra» grazie alla partecipazione di Rossi, dei Verdi, con
l’ex viola ex ex arancione Gianfranco Mascia, e della candidata civica
Chiara Ferraro, una venticinquenne affetta da una forma grave di
autismo.
Per Morassut l’asticella dell’investitura popolare non
può stare sotto i 50mila voti. Per Giachetti «bastano alcune decine di
migliaia». Ma il renziano, consapevole del fatto che un flop
rimetterebbe comunque tutto in forse, aveva chiesto di allungare la
consultazione a due giorni, per aumentare la possibilità di voto. Il
niet è arrivato da Stefano Pedica, altro candidato, ex Idv. «Per fare un
favore a Morassut, di cui è la bad company», soffiano dal comitato
Giachetti, convinti di essere favoriti dal voto di opinione. Il
commissario Pd Matteo Orfini minimizza il problema: «Sono troppo esperto
per dare numeri in queste occasioni. Vedremo, ma secondo me ci sarà una
buona partecipazione. Stiamo ovviamente facendo la danza del sole,
perché come sempre l’unica preoccupazione è il maltempo». Buona parte
delle 195 urne infatti dovrebbe essere sotto i gazebo.