il manifesto 3.3.16
Tra inchieste e paura di brogli primarie ad alta tensione dem
Napoli.
I 5 Stelle all'attacco sul caso del comune di Casavatore. Fissato per
domani il primo confronto tra i candidati. In forse la presenza di
Bassolino
di Adriana Pollice
Clima teso nel Pd di
Napoli, dove domenica si vota per le primarie. L’ultimo caso
scoperchiato dalla Dda riguarda Casavatore, comune dell’hinterland
partenopeo. Alle comunali della scorsa primavera il clan locale, i
Ferone, avrebbe fornito voti al sindaco eletto, Lorenza Orefice
dell’Udc, e al suo sfidante dem Salvatore Silvestri. Voti acquistati con
buoni pasto, 50 euro o posti di lavoro. Sul profilo facebook di
Silvestri le foto della campagna elettorale con Valeria Valente
(candidata alle primarie napoletane), il vicesegretario del Pd Lorenzo
Guerini, il ministro della Giustizia Andrea Orlando, l’attuale
consigliere regionale (e sostenitore di Antonio Bassolino alle primarie)
Antonio Marciano. Lunedì sera Silvestri si è autosospeso dal partito.
«Mi
pare difficile pensare che Guerini e Orlando conoscessero Silvestri a
Casavatore, le polemiche sulle foto non servono. Purtroppo certi
personaggi sono espressione dei piccoli centri del sud, dove le persone
perbene si allontanano dalla politica» commenta Rosaria Capacchione, dem
della commissione Antimafia. I 5 Stelle dell’Antimafia attaccano: «La
compagna di Silvestri, Mariangela Portinaio, è l’assistente della
parlamentare Valente e già consulente della Fondazione Polis, la
struttura della regione Campania che si occupa delle vittime di
criminalità e dei beni confiscati. Il comune di Casavatore deve essere
sciolto». Chiedono l’audizione di Guerini e Valente: «A Quarto eravamo
parte lesa e le telecamere dei tg hanno stazionato per giorni, ora
un’incredibile e complice silenzio su Casavatore. Dove sono gli
antimafiosi del Pd, i vari Picierno e Orfini?». Alessandro Di Battista
ha lanciato l’hashtag #gomorraPd.
La replica è arrivata dalla
segretaria regionale dem, Assunta Tartaglione: «Attacchi vergognosi.
Nell’esercizio delle sue funzioni politiche, Guerini durante quella
giornata ha svolto un tour elettorale in 15 comuni. Tra questi
Casavatore, dove in quel momento non era possibile neanche lontanamente
pensare allo scenario che ha portato all’apertura dell’inchiesta».
In
un clima rovente, dovrebbe svolgersi domani l’unico confronto tra i
candidati alle primarie partenopee. Lo ha chiesto per settimane
l’oncologo Antonio Marfella (sostenuto dal Psi). Valente si è detta
subito disponibile. Nessun problema per Marco Sarracino, segretario dei
Giovani democratici: «Sarebbe stato vergognoso non farlo». Invitato
anche Bassolino: fino a ieri si è sempre rifiutato, adducendo un’agenda
fitta di impegni. L’unico confronto si è potuto fare in differita:
l’Acli provinciale ha organizzato quattro appuntamenti per i candidati.
Pier Emilio D’Agostino ha raccontato su fb com’è andata con Bassolino:
«Omaggi a Ingrao e Berlinguer, sorrisi… L’intervento era centrato sulle
sue ragioni. Fine del discorso, si alza e se ne va: niente domande. Il
suo staff, fu spiegato, aveva voluto sapere in anteprima le domande, sui
rifiuti non avrebbe risposto perché stava preparando una conferenza
stampa (?) e non avrebbe voluto ’bruciarla’».
Domenica si voterà
in 78 seggi. Bassolino ne avrebbe voluti oltre 120, il comitato
organizzatore aveva fissato l’asticella a 85, si è scesi ancora dopo il
ricorso di Sarracino: «Ne ho contestati 12 perché in sedi riconducibili
alla destra, non idonee o non facilmente raggiungibili. Per le
regionali, i seggi in città furono 45. Un numero elevato rende difficile
il controllo democratico del voto. Avrei preferito i gazebo in strada,
dove un partito dovrebbe stare. Con i Gd abbiamo organizzato una squadra
di 160 ragazzi con cui controllare i seggi». Anche il comitato pro
Valente si sta organizzando per vigilare e il segretario provinciale
Venanzio Carpentieri ha lanciato un’app anti brogli. Insomma nessuno si
fida.
A Caserta le primarie sono saltate a una settimana dal voto e
il partito è stato commissariato: arriverà Franco Mirabelli, milanese,
senatore di Area Dem. Nel 2011 le primarie a Napoli furono annullate e
la Dda aprì un’inchiesta. Il mese scorso l’ennesima inchiesta su voto e
camorra, questa volta relativa alle parlamentarie’ 2012 di Salerno,
coinvolto il cerchio magico del governatore Vincenzo De Luca: il voto fu
indirizzato, secondo l’inchiesta, su Fulvio Bonavitacola. Un consenso
bulgaro che si è ripetuto in tutte le altre primarie ed elezioni nel
salernitano.