il manifesto 30.3.16
Xi Jinping a Praga, accordi investimenti e soft power
Repubblica ceca. Incontro con il presidente Zeman
di Jakub Hornacek
PRAGA
Quella del presidente cinese Xi Jinping a Praga è una visita storica.
In questa occasione sarà firmato il Memorandum di cooperazione
strategica, che la Cina ha già stretto con altri stati europei come la
Francia e la Gran Bretagna.
La Repubblica Ceca sarà il primo paese
dell’Europa orientale a stabilire un livello di partnership
privilegiato con la Cina. Nell’accordo ci sono alcuni punti salienti
come il riconoscimento dell’indivisibilità della Cina, mentre i
diplomatici cechi hanno dovuto respingere alcune richieste cinesi. Tra i
punti scartati, secondo alcune indiscrezioni, c’era il riconoscimento
della Repubblica Popolare come economia di mercato.
L’avvicinamento
dei due Paesi è in corso da diversi anni. Il principale propulsore di
questo indirizzo geopolitico è il presidente ceco Milos Zeman, che fu
l’unico capo di stato dell’Unione europea a partecipare alla parata
organizzata l’anno scorso a Pechino in ricorrenza della fine della
Seconda Guerra Mondiale nel Pacifico. «La visita segna un nuovo inizio,
in quanto i rapporti tra la Cina e i precedenti governi cechi erano
pessimi – ha dichiarato Zeman alla vigilia dell’arrivo di Xi Jinping
alla televisione cinese Cctv – I governi precedenti erano sotto
l’influenza degli Stati uniti e dell’Unione europea. Ora siamo
nuovamente un Paese indipendente con una politica estera autonoma
corrispondente ai nostri interessi nazionali».
L’indirizzo
espresso dal presidente ceco è stato – in qualche modo – accettato anche
dal governo e dalla destra euroscettica, che vede in Pechino una
possibile, per quanto aleatoria, alternativa all’odiata Bruxelles. Nel
Paese non mancano però dissensi espressi soprattutto dai sostenitori
dell’autonomia del Tibet e dagli attivisti per i diritti umani.
All’arrivo di Xi si sono registrate in città scaramucce tra i critici e i
cinesi festeggianti la visita del proprio numero uno. La visita di Xi
Jinping si porta dietro anche le inevitabili attese di investimenti
cinesi.
La Cina ha scoperto piuttosto di recente la Repubblica
Ceca e i primi investimenti di qualche spessore sono arrivati solo nella
seconda metà dell’anno scorso. L’investitore più attivo è stata fin’ora
la compagnia Cefc, che ha fatto acquisizioni per circa 800 milioni di
euro.
Gli investimenti hanno riguardato soprattutto operazioni
finanziarie e acquisizioni simboliche, come per esempio quella dello
storico club di calcio della capitale Slavia Praga.
A godere di
maggiori benefici dall’arrivo del capitale cinese in Repubblica Ceca è
stata una schiera trasversale di imprenditori nei media, oligarchi e
lobbisti, che si sono visti arrivare in tasca una valanga di denaro
fresco. Gli investimenti nelle attività produttive si fermano per ora a
circa 50 milioni di euro.
È chiaro che queste acquisizioni fungono
anche da strumenta di persuasione verso una fascia di imprenditori, che
hanno grande influenza nella politica locali. Alcuni sinologi cechi
hanno anche avvertito che la compagnia Cefc potrebbe essere nell’orbita
dei servizi segreti cinesi, un fatto decisamente smentito dal factotum
ceco della società e presidente della Camera di Commercio Ceco-Cinese
Jaroslav Tvrdik. «Cefc è una normale compagnia commerciale privata», ha
dichiarato Tvrdik al quotidiano Lidove Noviny.
Allo stato attuale i
dirigenti cinesi considerano la Repubblica Ceca uno dei Paesi dell’Ue
più aperti e amici nei confronti della Repubblica Popolare. Certamente
il paese del centro Europa è appetibile per la sua posizione geografica
di potenziale hub centro-europeo della Nuova via della Seta, che in
Europa dovrebbe sbarcare nel porto del Pireo, risalire i Balcani e
raggiungere i ghiotti mercati dell’Europa centrale e settentrionale
tramite nuove infrastrutture ferroviarie e fluviali.
Allo stesso
tempo la dirigenza della Repubblica Popolare tenta di non dipendere da
un solo paese nelle sue strategie. Accordi simili alla partnership
strategica con la Repubblica Ceca sono stati infatti offerti ad altri
Paesi dell’area, ad esempio la Polonia. L’esclusività di rapporti con la
Cina, in cui si cullano molti politici cechi, potrebbe diventare presto
un’illusione.