il manifesto 22.3.16
Boschi alla Sapienza, domande filtrate
Riforme.
La ministra va all'Università per presentare il suo disegno di legge di
revisione costituzionale. Titolo dell'incontro. "Portando l''Italia nel
futuro". E lei: "Sarò oggettiva".
di A. Fab.
ROMA
«Io mi sforzo di essere istituzionale e oggettiva, ma naturalmente mi
auguro che al referendum confermativo vinca il sì». La ministra delle
riforme Maria Elena Boschi, su invito e dopo presentazione del rettore
Gaudio, ha parlato ieri agli studenti della facoltà di Economia della
Sapienza, per i quali era stato organizzato un incontro dall’oggettivo
titolo «Portando l’Italia nel futuro». La ministra ha illustrato il
disegno di legge di revisione costituzionale con i suoi classici
argomenti: «Ci sono voluti settant’anni per riformarla ma questa può
essere la volta buona». Oggettivamente, settanta anni fa la Costituzione
non era ancora scritta. Alcuni studenti hanno aspettato l’arrivo della
ministra per protestare – avevano uno striscione con la scritta «La
democrazia non chiede il permesso. No alla censura, no alla riforma
costituzionale» – perché non a tutti è stato consentito l’ingresso in
aula. Anche le domande sono state filtrate. Nel volantino di
convocazione, infatti, era spiegato che gli studenti interessati a porre
un quesito alla ministra avrebbero dovuto inviare tre proposte
alternative di domanda a un indirizzo email della presidenza di
Economia, entro mercoledì scorso. Sempre via email alcuni studenti hanno
ricevuto la conferma di poter intervenire, insieme all’indicazione di
quale domanda era stata accettata.
Dopo che la ministra ha
terminato di illustrare la «sua» riforma costituzionale, spiegando che
«ci siamo impegnati in modo caparbio e tenace» e aggiungendo che «è
importante formarci un’opinione perché tutti noi saremo chiamati a
esprimerci» nel referendum di ottobre, ha quindi risposto a qualche
domanda. Ha parlato anche della legge elettorale. Ha detto che lei
«personalmente» avrebbe «preferito i collegi uninominali», ma considera
l’Italicum «un buon compromesso». Malgrado i capilista bloccati perché
«li abbiamo immaginati in circoscrizioni da 500mila elettori, quindi non
tanto grandi». Non ha ricordato che ogni capolista potrà candidarsi in
10 circoscrizioni, quindi per 5 milioni di elettori. Ma, ha aggiunto,
«sono pronta a scommettere che non saranno eletti solo i capilista, a
eccezione del partito che vince che li elegge tutti». Quel partito,
però, sarà l’unico ad avere altri eletti scelti con le preferenze. Per i
partiti non vincenti i capilista o saranno eletti o potranno scegliere
chi far entrare alla camera attraverso il sistema delle opzioni. Le
preferenze, però, non sono necessariamente il sistema migliore: «I
consiglieri regionali eletti con le preferenze non sempre sono stati i
più bravi e i più onesti», ha detto la ministra. Che con la sua riforma
ha disegnato un senato scelto all’80% da e tra i consiglieri regionali. E
infine uno sguardo al futuro, forse in omaggio al titolo dell’incontro:
«L’elezione diretta del presidente della Repubblica può essere
un’ipotesi», ha detto la ministra. Però, naturalmente, «bisogna
modificare anche il ruolo e le funzioni del presidente».