il manifesto 10.3.16
L’unità dei comunisti? Si fa sulla rifondazione
La segreteria nazionale del Prc
Cari
compagni e compagne della segreteria nazionale del Pcdi, abbiamo letto
con attenzione la vostra lettera aperta (sul manifesto del 27 febbraio
scorso) in cui affermate che le questioni che ci hanno diviso negli anni
scorsi sono superate. Si tratta di una affermazione importante perché
nel corso di questi anni gli elementi che ci hanno diviso sono stati
numerosi. Pensiamo solo alla nascita del Pdci avvenuta al fine di dar
vita al governo D’Alema – a cui noi facemmo strenua opposizione – fino
ad arrivare alla spaccatura della Federazione della Sinistra avvenuta
assai più di recente per la vostra scelta di inseguire un accordo con
Bersani per le elezioni del 2013. Senza queste divergenze che hanno
riguardato principalmente il rapporto con il centro sinistra e il Pd, il
tema dell’unità dei comunisti sarebbe molto più avanzato banalmente
perché rifondazione avrebbe subito qualche scissione in meno. Ma
ovviamente non possiamo farci condizionare oggi da quanto è avvenuto
ieri e occorre guardare ai compiti che ci stanno dinnanzi.
Condividiamo
con voi il giudizio sulla gravità della situazione e sulla pesantezza
dell’attacco antipopolare messo in atto dal governo Renzi nel quadro
delle politiche europee. Così come il tentativo di distruggere il quadro
costituzionale e la tendenza alla guerra caratterizzano sempre più il
governo italiano. Per quanto ci riguarda riteniamo non solo che Renzi,
il Pd e i socialisti europei siano avversari politici, ma che il
capitalismo neoliberista stia producendo una vera e propria crisi di
civiltà che si nutre dell’attacco alla democrazia, della demolizione
delle conquiste sociali, della distruzione dell’ambiente. Per questo
riteniamo urgente operare sul terreno dell’alternativa, per la
costruzione di un movimento antiliberista su scala nazionale ed europea e
all’interno di questo, di un soggetto unitario della sinistra
antiliberista. Le politiche neoliberiste sono il nemico principale e
l’obiettivo di fermarle è l’imperativo che ci guida, così come il Pci
seppe costruire il Cln al fine di sconfiggere il nazifascismo e
preparare l’alternativa. Da questo punto di vista la primavera
referendaria così come la costruzione di liste unitarie alternative al
Pd nelle elezioni amministrative, costituiscono passaggi importanti per
dar vita ad un soggetto unitario della sinistra antiliberista. Non un
nuovo partito – destinato a riprodurre divisioni e spaccature – ma un
soggetto unitario in cui possano convivere diverse sensibilità politico
culturali accomunate dal comune obiettivo della sconfitta della barbarie
liberista.
In questo quadro si pone il tema della prospettiva e
dell’organizzazione dei comunisti e delle comuniste. Noi pensiamo che il
terreno dell’unità, oltre a quello dell’alternatività al neoliberismo e
al Pd, sia quello della rifondazione comunista. Come sapete non abbiamo
scelto a caso il nome del nostro partito. Abbiamo ritenuto nel 1991 e
riteniamo ancora oggi che il fallimento del socialismo reale ponga con
forza la necessità di una vera e propria rifondazione comunista, che
faccia i conti fino in fondo con lo stalinismo. Per questo abbiamo detto
molte volte che rifondazione e comunista sono due termini che si
qualificano a vicenda: l’uno senza l’altro non forniscono una risposta
in grado di riaprire la partita per il superamento del capitalismo nella
direzione del socialismo. La forza del capitalismo infatti è dovuta in
primo luogo all’assenza di alternative considerate tali ed auspicabili a
livello di massa: rifondare la proposta comunista è un punto decisivo
per riacquisire efficacia politica. Per questo riteniamo che l’unità
vada perseguita nella rifondazione di una teoria, di una prassi e di una
politica comunista. Saremmo ben felici di poter percorrere insieme
questo cammino.