Il Fatto 22.3.16
Bocche cucite sullo 007 Carrai
Vietato
nominare Marco Carrai. Specialmente se si tratta di riferire – per
dovere di cronaca – quanto rivelato ieri mattina dal Fatto sull’amico di
Matteo Renzi in procinto di ottenere un incarico alla cyber-security:
una rete, con ramificazioni in Israele e Lussemburgo, di banchieri,
costruttori e società estere, che si nasconde dietro lo 007 preferito
dal premier e i fondi che la stessa ha ricevuto negli anni da uomini
legati al renzismo. Ebbene, una simile notizia non ha trovato nemmeno
una riga di spazio nelle agenzie di stampa. Né tantomeno – ma questo è
ancora più scontato – nell’edizione di ieri del Tg1. Del resto, le
prove tecniche di occultamento, un po’ meno spudorato, il telegiornale
dell’ammiraglia della tv pubblica le aveva già rodate un giorno prima
provando, per quanto possibile, a non far trapelare l’indagine per
bancarotta fraudolenta ai danni di Pier Luigi Boschi, padre della
ministra per le Riforme. Domenica sera, per esempio, il telegiornale di
Mario Orfeo ha parlato del caso Banca Etruria solo dopo il minuto 22,
affrettandosi a spiegare che “la Procura non conferma l’iscrizione degli
ex vertici dell’istituto nel registro degli indagati”. Alle 13.30 di
ieri, invece, la notizia è stata data indirettamente: era contenuta
nelle dichiarazioni del grillino Michele Dell’Orto.