domenica 27 marzo 2016

Corriere La Lettura 27.3.16
Quello d’amore e quello esistenziale
di Alessia Rastelli

«Madonna mia, a voi mando/ in gioi li miei sospiri» scriveva il poeta della Scuola siciliana Giacomo da Lentini. «Perché i sospiri ispirano versi fin dagli albori», osserva l’italianista Luigi Surdich, professore all’Università di Genova, autore dei volumi sul Duecento e il Trecento della Storia della letteratura del Mulino, ma anche studioso dell’età contemporanea (ha appena curato, tra l’altro, la ristampa del «Terzo libro» e altre cose di Giorgio Caproni, Einaudi). Sospiri amorosi, soprattutto. Come nel sonetto di Guinizzelli Vedut’ho la lucente stella diana : «Ed io dal suo valor son assalito/ con sì fera battaglia di sospiri/ ch’avanti a lei de dir non seri’ ardito». E Dante, che chiude Tanto gentile e tanto onesta pare con la terzina: «e par che de la sua labbia si mova/ un spirito soave pien d’amore,/ che va dicendo a l’anima: Sospira». «È il repertorio del Dolce stil novo, in cui l’uomo sospira di fronte all’irraggiungibilità dell’amata — spiega Surdich —. Già nella Commedia però l’azione si umanizza: sospirano le anime del Limbo e sono “dolci sospiri” quelli di Paolo e Francesca nell’Inferno». La dimensione esistenziale diventa poi più marcata nel Canzoniere di Petrarca, nel quale «il sospiro è quello di un uomo che ricostruisce la sua vita interiore, non priva di contraddizioni tra amore terreno e spirituale». «Le lacrime e i sospiri degli amanti» si trovano pure nel mondo rovesciato della Luna nell’ Orlando furioso , mentre la situazione diventa più varia nell’Ot-tocento e Novecento. Se per Foscolo e Manzoni il sospiro è «un fisiologico soffio vitale» («e tutti l’ultimo sospiro/ mandano i petti alla fuggente luce», I sepolcri ; «Ei fu. Siccome immobile,/ dato il mortal sospiro», Il cinque maggio ), con Leopardi «il sospiro torna amoroso oppure nostalgico della giovinezza perduta». Fino a Giorgio Caproni, per il quale «Sospiro diventa il titolo di un componimento (nei Versicoli del Controca-proni , 1983) e si identi-fica con la poesia stessa, “fuga dell’anima mia”».