mercoledì 9 marzo 2016

Corriere 9.3.16
Al ballottaggio sì ai 5 Stelle, no al Pd Il segnale di Salvini (anche a Berlusconi)

Salvini sarebbe «assolutamente pronto» a schierarsi con i 5 Stelle, se alle Comunali i loro candidati dovessero arrivare al ballottaggio contro i rappresentanti del Pd. Sebbene circoscriva l’endorsement alle sfide di Roma e di Torino, con il suo annuncio il segretario della Lega trasforma il test delle Amministrative nelle prove generali delle elezioni politiche. Perché in un sol colpo dichiara formalmente guerra a Silvio Berlusconi e soprattutto lascia immaginare un eventuale appoggio al M5S, se contro il Pd arrivasse al ballottaggio anche per Palazzo Chigi. È il preannuncio di una possibile, futura scelta di campo, siccome per il capo del Carroccio «é Renzi il problema», è lui il nemico da battere. Costi quel che costi. Così facendo, mette anzitempo in mora il leader di Forza Italia, che oggi si propone come oppositore del premier, ma che dinnanzi al pericolo del grillismo ha già fatto capire di esser pronto a posizionarsi contro quella che definisce «una nuova forma di fascismo». L’altolà preventivo di Salvini a Berlusconi, trattato alla stregua di un avversario più che di un alleato, offre una plastica rappresentazione della guerra di successione nel centrodestra, dove il leader leghista mira a sottrarre definitivamente il primato all’ex premier. Per costruire «un modello nuovo di coalizione», dice. In realtà per assoggettare quell’area e avere le «mani libere» quando si tratterà di schierarla nella sfida a Renzi. In questa chiave va letta l’azione di logoramento e di delegittimazione operata da Salvini nei riguardi di Guido Bertolaso, candidato a Roma dal fondatore di Forza Italia. E il fatto che si sia prestato ad annunciare la sua preferenza per i grillini al ballottaggio, fa capire che nel gioco della torre ha scelto: giù Renzi e il suo alleato occulto Berlusconi.