Corriere 2.3.16
Socialisti e comunisti Fra matrimoni e divorzi
risponde Sergio Romano
Ho
letto un articolo su Nuova Storia Contemporanea che Roberto Chiarini
dedica a Bettino Craxi. Un passo che non mi ha convinto è l’affermazione
che tra il PSI e il partito comunista italiano vi era freddezza e
distacco precedentemente al periodo in cui segretario del PSI era Craxi,
causata dal risentimento per la scissione del 1921. A me pare invece
che sia stato Craxi ad avere la responsabilità della rottura; non era
così ai tempi di Nenni. Nel 1948 si presentarono insieme nel Fronte
democratico popolare.
Qual è la sua opinione?
Porfirio Russo
Caro Russo,
Nella
storia dei tormentati rapporti fra i socialisti e i comunisti vi furono
fasi alterne. Vi fu la fase in cui la Terza Internazionale trattava i
partiti socialisti come altrettanti “social-fascisti” e traditori della
classe operaia. Ma vi furono anche le fasi in cui Mosca incoraggiò i
partiti comunisti europei a stringere patti d’alleanza con le forze
socialiste. Accadde in Francia nel 1936 quando il Fronte popolare vinse
le elezioni politiche e poté costituire un governo presieduto dal
socialista Léon Blum ma sostenuto dal Pcf in Parlamento. Accadde in
Spagna, durante la guerra civile, quando i socialisti e i comunisti
italiani esuli in Francia, riuscirono a creare una formazione militare
congiunta.
La collaborazione divenne meno facile negli ultimi mesi
della Seconda guerra mondiale, quando la svolta di Salerno, dopo il
ritorno di Togliatti in Italia, sembrò a Nenni troppo pragmatica, se non
addirittura opportunista. Ma il 27 ottobre 1946 il leader socialista
firmò un patto di unità d’azione con i comunisti e nell’aprile del 1948 i
due partiti si presentarono alle prime elezioni politiche dell’Italia
repubblicana sotto le insegne del Fronte democratico popolare.
Perdettero la partita (presero il 31% dei voti contro il 48,5% alla
Democrazia Cristiana) e la sconfitta ebbe l’inevitabile effetto di
risvegliare in ciascuno dei due partiti il sentimento della loro
rispettiva identità. Le divergenze divennero ancora più evidenti dopo
l’insurrezione di Budapest e l’invasione sovietica dell’Ungheria, quando
Nenni, indignato, restituì al governo sovietico l’Ordine di Lenin che
gli era stato conferito da Stalin all’inizio degli anni Cinquanta.
Cominciò
allora un lungo percorso che si sarebbe concluso con la partecipazione
dei socialisti ai governi di centrosinistra e una effimera
riunificazione con i social-democratici di Giuseppe Saragat che avevano
lasciato la casa madre nel 1947 in segno di protesta per la creazione
del Fronte democratico-popolare. Come vede, caro Russo, quando Craxi
divenne segretario del partito socialista (1976) molte cose erano già
accadute nelle relazioni fra i due partiti. Il nuovo segretario aveva
una strategia: voleva rovesciare il rapporto di forze fra i due maggiori
partiti della sinistra italiana, e dovette sperare che il suo progetto,
soprattutto dopo la crisi del sistema sovietico, avesse buone
possibilità di andare in porto. Fu Tangentopoli, come sappiamo, che non
gli permise di realizzare il suo obiettivo.