Corriere 23.3.16
Marino verso il processo, rebus candidatura
La richiesta dei pm per le cene dell’ex sindaco e il caso onlus. Alemanno, oggi c’è la prima udienza
di Alessandro Capponi Fulvio Fiano
ROMA
La presentazione del libro, annunciato come colmo di rivelazioni,
doveva — almeno secondo i rumors della politica — fare da eco alla
candidatura di Ignazio Marino a Roma, magari non vincente ma
probabilmente efficace come vendetta nei confronti sia di Matteo Renzi,
che dal Campidoglio l’ha fatto cadere, sia dell’uomo dal premier scelto
per la Capitale, Roberto Giachetti. E però il «marziano», che ancora non
annuncia ufficialmente se correrà per il Comune oppure no, adesso è
alle prese con un altro problema. Due problemi, per l’esattezza: perché
ieri è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per il caso-scontrini
(le accuse sono peculato e falso) e per il pasticcio della onlus Imagine
(truffa ai danni dell’Inps). Destino triste per Roma, visto che oggi è
prevista la prima udienza del processo contro il predecessore di Marino
in Campidoglio, Gianni Alemanno, accusato di corruzione e finanziamento
illecito. Le ipotesi di reato, per l’uno e per l’altro, fanno
riferimento proprio ai periodi nei quali i due politici hanno occupato
la poltrona più importante della città. I sindaci che hanno governato
negli ultimi otto anni, quindi, si trovano oggi imputati.
Al
chirurgo vengono contestate 56 cene consumate, come si legge nell’avviso
del pm Roberto Felici, «generalmente nei giorni festivi e prefestivi,
con commensali di sua elezione, anche suoi congiunti, comunque difformi
dalla funzione di rappresentanza dell’ente». Molte sono concentrate in
tre ristoranti sotto casa, altre in trasferta (Genova — sua città natale
— Milano, Firenze e Torino tra luglio 2013 e giugno 2015). Il falso,
secondo il pm, serviva invece per «occultare il reato di peculato». In
sostanza, Marino avrebbe «impartito disposizioni» al personale della
segreteria perché inserisse nelle note spese «dichiarazioni non
veridiche per accreditarne la natura istituzionale» ordinando poi di
firmarle a suo nome.
Invece nel caso della onlus Imagine, l’ex
sindaco è accusato di truffa dal pm Pantaleo Polifemo per aver firmato i
contratti di assunzione di due collaboratori inesistenti, avendone così
vantaggi fiscali. Una scelta che Marino ha scaricato sul responsabile
informatico della onlus, Carlo Pignatelli.
Alemanno compare invece
oggi davanti alla seconda sezione penale in uno stralcio del
maxiprocesso a Mafia Capitale. Secondo l’accusa ha intascato 125 mila
euro da Salvatore Buzzi — presunto capo dell’associazione mafiosa
capitolina assieme a Massimo Carminati — per vendere «la propria
funzione» e compiere «atti contrari ai doveri del suo ufficio». I
pagamenti: 75 mila euro di contributo a cene elettorali, 40 mila euro di
finanziamento alla fondazione Nuova Italia di cui Alemanno è presidente
e diecimila euro cash. In cambio, l’ex sindaco del centrodestra avrebbe
agevolato Buzzi in diversi episodi, tutti nel biennio 2012-14: nomine
nella municipalizzata Ama, pagamenti all’Eur spa, «mettendo l’ufficio a
disposizione del sodalizio criminale». I 10 mila euro contanti sarebbero
invece arrivati ad Alemanno — ancora indagato per associazione mafiosa —
dopo la sconfitta elettorale con Marino, quando era ormai consigliere
comunale di opposizione.
Rimane da capire se Marino si candiderà:
di certo a fine mese presenterà il libro, Un marziano a Roma , nel
quale, dice lui, «svelo le vere resistenze al cambiamento».