martedì 15 marzo 2016

Corriere 15.3.16
Berlino, sui profughi la cancelliera tira dritto
Dopo il flop alle Regionali, Merkel insiste: «Non cambio nulla». Ma gli alleati bavaresi la attaccano
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BERLINO Vedremo se la testardaggine, o forse meglio la difesa di una scelta, funziona nella politica europea del Ventunesimo secolo. Ieri, il giorno dopo che la sua Cdu ha perso le elezioni in tre regioni, Angela Merkel ha fatto sapere che la politica del governo di apertura ai rifugiati non cambia. Non ci saranno tetti per limitare gli ingressi, non ci saranno chiusure delle frontiere al di là delle misure di rallentamento dei flussi già prese. Il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung ha scritto che «è più facile che un cammello passi dalla cruna di un ago» che Frau Merkel cambi politica. Piuttosto si dimetterebbe.
Ieri, la sua giornata era iniziata con un amico-coltello, Horst Seehofer, che la attaccava come fa da mesi. Il leader della Csu — partito gemello della Cdu in Baviera — sosteneva che la sconfitta elettorale era dovuta alle aperture della cancelliera ai rifugiati. E diceva che non si può andare avanti così, che occorre cambiare politica. La risposta arrivava poco dopo da Steffen Seibert, per dire che non cambia proprio niente: «Il governo tedesco prosegue la sua politica sui profughi con tutte le forze, dentro e fuori il Paese». Lei stessa ha poi ammesso che domenica è stata «una giornata difficile per la Cdu» ma dal punto di vista della politica sui profughi si continua come prima. Sono stati fatti progressi, nella crisi, «ma non abbiamo ancora una soluzione sostenibile: sono pienamente dell’opinione che abbiamo bisogno di una soluzione europea e che questa soluzione richiedere tempo»: il 17 e 18 si terrà un nuovo vertice Ue sul tema.
Che la cancelliera sia uscita sconfitta e indebolita, sia sul piano interno sia sul piano europeo, dalla elezioni di domenica è fuori discussione. Nelle riunioni interne al partito, già ieri, non è però parsa rassegnata. Fonti dicono che lei e i suoi sostenitori hanno chiarito che almeno in due delle tre regioni che hanno votato hanno vinto i candidati che sostengono apertamente la sua linea sui rifugiati: un verde nel Baden Württemberg e una socialdemocratica nella Renania-Palatinato. E che i candidati della Cdu in questi due Länder hanno perso voti quando hanno iniziato a staccarsi pubblicamente dalla sua linea politica, puniti dagli elettori che li hanno considerati un po’ traditori. E’ una linea aggressiva, di fronte a una sconfitta, che segnala due cose: Frau Merkel ha tutte le intenzioni di dare battaglia e dice che chi la critica ha perso sul campo; secondo, che la cancelliera ritiene che gli elettori non abbiano affatto ripudiato la sua politica, se non in quella parte che ha votato per il nuovo partito anti rifugiati Alternative für Deutschland.
Argomenti che indicano la sua determinazione ma che non basteranno a calmare le critiche, interne al campo conservatore e alla coalizione di governo con i socialdemocratici, che alle elezioni sono andati molto male. Le serviranno passi avanti reali nell’integrazione dei profughi in Germania e nel rallentamento dei flussi, già in parte in atto con la chiusura di fatto della rotta balcanica.
D.Ta.