Corriere 14.3.16
La minoranza dem promette battaglia Botta e risposta al veleno con i vertici
Bersani: il premier governa con i miei voti. La replica: non ci faremo uccidere dalle polemiche
di Al. T.
PERUGIA
L’accusa più grave è di Pier Luigi Bersani: «Sto cercando di tenere
dentro gente che non ha tanto voglia di starci: ma si ha l’impressione
che Renzi voglia cacciare un pezzo di partito. Ricordi che sta
comodamente governando con i voti che ho preso io. Non io Bersani, io
centrosinistra». È solo l’antipasto di una mattinata bollente, nella
convention della minoranza del Pd, che si apre con un’assenza illustre:
Lorenzo Guerini. Assenza che scatena le ire di Roberto Speranza, un
«fuoriclasse» per Bersani: «È un errore gravissimo». Guerini risponde
con Debora Serracchiani in una nota: «Non inseguiremo le polemiche di
chi vorrebbe riportarci al tempo delle divisioni interne che hanno
ucciso i governi del centrosinistra».
La minoranza promette
«battaglia». E Speranza annuncia: «Parte l’alternativa dentro il Pd. Non
è una rivincita: è una nuova partita». Le accuse a Renzi sono tante: la
sua rottamazione, dice Speranza, «rappresenta una finzione
gattopardesca. Ha mandato a casa Prodi, Bersani, D’Alema, per poi
accogliere Verdini e gli amici di Cosentino. Non bisogna per forza
ammazzare i padri per fare politica». Renzi «fa sgambetti», «ma è un
messaggio cinico, per me la politica è altro». A chi gli chiede se
uscirà dal Pd, Speranza risponde: «Noi siamo il Pd, senza di noi non
esiste più». Ma bisogna combattere contro «una visione padronale del
partito» e un rischio: «Che si finisca tutti a cantare “Meno male che
Matteo c’è”». Le diverse anime di sinistra del Pd provano a unire le
forze e allargare il campo. «Tenersi larghi», dice Bersani. «Campo
aperto», dice Speranza. E a far capire la direzione, ecco i plausi al
capogruppo di Sel Arturo Scotto. Ed ecco i richiami all’Ulivo: «Le
parole scomposte di Renzi non aiutano — dice Speranza — un segretario
deve unire, non dividere e insultare, è un comportamento da
irresponsabili».
Alla convention arriva anche Gianni Cuperlo, con
un intervento sarcastico e applaudito. Ricorda le segreterie convocate
all’alba: «Non vi vedete da prima dell’estate, siamo oltre il tramonto.
Matteo, va bene anche a mezzogiorno, ma vedetevi». Cuperlo respinge
l’idea di scissione ma ironizza: «Il continuo richiamo allo “state
uniti” ormai è diventato come “stai sereno”». Quanto a Sel,
«l’intervento di Arturo è stato prezioso: possiamo essere corsi d’acqua
diversi che riempiono lo stesso fiume». E poi ancora, la rottamazione,
«parola orrenda», «il trasformismo che mi fa girare le palle» e
l’avvertimento: «Rifletta bene, Renzi: se ha senso trasformare il
referendum nello spartiacque di una maggioranza politica». Nell’ordalia,
non è detto che la minoranza non decida di abbandonarlo: «È la salita
che dice chi sei».