sabato 12 marzo 2016

Corriere 12.3.16
Ombre di scissione, polemiche nel Pd
Maggioranza contro D’Alema: arrogante. Bassolino ricorre, poi vede Guerini. E oggi raduna i suoi a Napoli
di Fulvio Bufi e Ernesto Menicucci

ROMA Roberto Giachetti, citato per il fotomontaggio che lo ritrae mentre tira il carretto su cui è seduto Matteo Renzi, non risponde «per evitare di alimentare altre polemiche». Matteo Orfini, l’ex discepolo, che «è oltre l’arroganza», se la cava al mattino con una battuta via Twitter: «D’Alema mi disconosce perché sarei arrogante. Il che, francamente (intercalare tipico dalemiano, al quale Orfini rifà il verso, ndr ), non torna».
Un «vecchio saggio» come Emanuele Macaluso trae le conseguenze politiche: «Si direbbe che D’Alema non è più nel Pd. E che lavori — spiega all’agenzia LaPresse — per mettere alle corde Renzi e accelerarne la crisi. Dice anche che un altro fondatore, Prodi, è anche lui in conflitto con il Pd di Renzi. Ma ce ne sono altri, critici e non critici, che ci stanno dentro». Secondo Macaluso quella di D’Alema è «una guerriglia, non una guerra. Il tentativo di candidare a Roma l’ex ministro Bray conferma che c’è una diaspora e che le candidature non servono a fare un sindaco degno di Roma ma solo a fare perdere Giachetti e soprattutto Renzi».
L’intervista del due volte premier, nonché ex ministro degli Esteri, al Corriere diventa presto il caso politico (nel centrosinistra) di giornata. E D’Alema incassa più critiche che consensi. Gianni Cuperlo, della minoranza dem, è in una posizione «mediana»: «Giudizi che non condivido. Ma fossi la direzione del partito farei una riflessione». Orfini rimanda il dibattito «alla direzione del 21 marzo», ma considera «un non senso politico le accuse».
Andrea Romano bolla D’Alema come uno che «finisce come Occhetto, a sparare rancore contro chi riesce dove lui aveva fallito»; altri esponenti democrat (l’orfiniano Stefano Esposito, il renziano Ernesto Carbone, il veltroniano Walter Verini) accusano D’Alema di «essere sleale», di «pugnalare il suo partito», di «antagonismo radicale», secondo il governatore della Toscana Enrico Rossi «le sue parole sono un regalo a chi vuole far fuori la sinistra», per Guglielmo Epifani «non ci sono rischi di scissione». Poi c’è anche il caso Napoli, dove Antonio Bassolino ha presentato ieri un nuovo ricorso contro la vittoria di Valeria Valente. La commissione di garanzia lo esaminerà domani e potrebbe decidere di far ripetere la consultazione nei seggi contestati. Stamattina Bassolino terrà un incontro pubblico al teatro Augusteo, per confrontarsi con i suoi sostenitori. Per il vicesegretario pd Guerini — in missione ieri a Napoli proprio per incontrare Bassolino, col quale si è trattenuto a parlare a lungo — «la lista civica non c’è». Ma in attesa del verdetto sul ricorso la strada di una candidatura alternativa a Valente è tutt’altro che esclusa.