venerdì 11 marzo 2016

Corriere 11.3.16
A Milano il no di Colombo alla sinistra
di Paolo Foschini

MILANO Chiesto è poco: l’avevano implorato. Quelli della Milano di sinistra più a sinistra, quelli che contro il centrodestra naturalmente sì purché per batterlo non si debba stare con Beppe Sala, l’ex signore dell’Expo che per il centrosinistra aveva però vinto le primarie. E lui ci ha pensato tanto, Gherardo Colombo. A candidarcisi lui, come sindaco nella sua Milano. Ci ha pure «sofferto», scrive. Ma infine ha detto no. Per motivi che forse fanno anche più male del no. Per il suo «impegno civile» che «in questo momento» non ritiene «in sintonia col ruolo di sindaco». E poi, dice ancora, perché dietro di lui non c’è una squadra. E poi, botta finale, perché risulterebbe essere il candidato «della sola sinistra di Milano: posizione in cui non mi riconosco». Certo l’ex magistrato si dice preoccupato che i due principali candidati, Beppe Sala per una parte e Stefano Parisi per l’altra, siano «portatori di una managerialità efficiente ma lontana dai valori» più importanti per lui. Quelli — libertà, democrazia, rispetto delle regole — per i quali ricorda di aver lasciato otto anni fa la magistratura a favore di un impegno totale soprattutto nelle scuole al ritmo di trecento incontri l’anno: «Percorso che con la candidatura dovrei abbandonare», scrive. Inoltre: il sindaco «dovrebbe» avere «una squadra di persone scelte con anticipo, fidate e competenti»: che evidentemente non c’è. Infine, appunto, candidarsi lo renderebbe almeno percepito come «chi esprime la sola sinistra della città. Posizione in cui non mi riconosco, pur condividendo alcuni principi di chi rappresenterebbe».