Corriere 10.3.16
La straordinaria forza di Malala in un documentario di rara intensità
di Aldo Grasso
Malala
Yousafzai è una ragazza pakistana di 19 anni che da tempo si batte per i
diritti civili e il diritto all’istruzione delle ragazze nei Paesi
musulmani, e ha vinto nel 2014 il Premio Nobel per la Pace. Nel 2012
stava tornando a casa sul bus scolastico, nella valle dello Swat in
Pakistan. Era stata presa di mira, insieme a suo padre, per la sua
battaglia a favore dell’istruzione femminile, e l’attentato di cui
rimase vittima ha suscitato l’indignazione e le proteste di sostenitori
da tutto il mondo. Malala fu ricoverata nell’ospedale militare di
Peshawar, dove si salvò miracolosamente.
Per timore di altri
attacchi fu poi trasferita in un ospedale londinese, nei pressi di
Birmingham. Miracolosamente sopravvissuta, ora conduce una campagna
globale per il diritto all’istruzione delle bambine e dei bambini nel
mondo, come co-fondatrice del Fondo Malala.
Nat Geo People (canale
411 di Sky), in occasione dell’8 marzo, ha trasmesso «Malala» di Davis
Guggenheim, il film ispirato al libro autobiografico I am Malala (best
seller da 15 edizioni e 250.000 copie), che esprime un messaggio di
libertà e tolleranza attraverso la straordinaria forza e il coraggioso
esempio di questa giovane donna. Una storia duramente esemplare, retta
da una fermezza sovrumana che ormai sembra estranea alla nostra civiltà
occidentale. Il documentario è il racconto dell’infanzia di Malala,
della sua crescita personale e culturale, è la storia di una famiglia
(molto bella la figura del padre) che ha detto no alla tirannia e
all’integralismo religioso e delle conseguenze di un evento sconvolgente
e doloroso che ha trasformato una scolara coraggiosa in una paladina
dell’istruzione: «Credevano che i proiettili ci avrebbero zittiti. Ma
nella mia vita non è cambiato niente a parte questo: la debolezza, la
paura e il pessimismo sono morti; sono nati la Forza, la Potenza e il
Coraggio». Un documento di rara intensità e di commovente
determinazione.