Repubblica 9.2.16
Einstein aveva ragione (ancora una volta) ecco le onde gravitazionali
Rilevata
una “vibrazione dello spazio-tempo” dai ricercatori americani insieme a
italiani e francesi L’annuncio è previsto per giovedì
di Elena Dusi
ROMA
«A cento anni dalla previsione dell’esistenza delle onde gravitazionali
formulata da Einstein, la comunità scientifica e la stampa sono
invitate per fare il punto sulla ricerca». L’appuntamento è per giovedì
11 febbraio alle 10,30 di Washington, le 16,30 italiane. E sulla natura
dell’annuncio le aspettative sono davvero alte. L’osservatorio americano
Ligo avrebbe infatti per la prima volta osservato un’onda
gravitazionale: un’increspatura della trama dello spazio- tempo causata
da uno degli eventi cataclismici dell’universo: fenomeni talmente
violenti da «scuotere i pilastri del cosmo», farli vibrare e far
schizzare via queste vibrazioni alla velocità della luce.
Se le
anticipazioni fossero confermate, mai come in questo caso si potrebbe
parlare di “scoperta del secolo”. Albert Einstein infatti formulò la sua
teoria generale della relatività - in cui è inclusa la previsione delle
onde gravitazionali - nel 1916. Esattamente cento anni prima rispetto
alla data della presunta osservazione (avvenuta nell’autunno dell’anno
scorso). All’annuncio di giovedì, oltre agli scienziati americani di
Ligo che hanno fatto l’osservazione diretta, parteciperanno anche i
fisici italiani di Virgo, che nella campagna di Pisa, a Càscina,
gestiscono un osservatorio del tutto simile sotto l’egida dell’Istituto
nazionale di fisica nucleare (Infn) e del Centre National de la
Recherche Scientifique francese. Virgo, al momento dell’osservazione,
era chiuso per il potenziamento dei suoi apparati. Ma gli scienziati
italiani hanno condiviso con i colleghi Usa l’analisi dei dati, e i due
gruppi sono coordinati per fare una sorta di “staffetta” delle
osservazioni.
L’onda gravitazionale captata da Ligo, secondo
fisici che hanno avuto visione diretta della ricerca, sarebbe partita da
due buchi neri che si sono avvicinati fino a fondersi l’uno con
l’altro. La forza di gravità in questo processo raggiunge valori
talmente intensi da piegare la trama dello spazio- tempo e fa partire
un’onda gravitazionale abbastanza grande da poter essere captata dagli
strumenti terrestri. I due buchi neri, secondo le indiscrezioni, non
erano particolarmente grandi: 36 volte la massa del Sole uno e 29
l’altro. Man mano che si sono avvicinati, la frequenza delle onde
gravitazionali sarebbe aumentata, per poi cessare di colpo al momento
della fusione. Alla fine del processo sarebbe rimasto un unico buco nero
da 62 masse solari. Le altre tre corrisponderebbero all’energia
dissipata per formare le onde gravitazionali.
Catturare una
“vibrazione dello spazio-tempo” non è affatto impresa facile. «La nostra
è una sorta di astronomia dei cataclismi» spiega Adalberto Giazotto, il
fisico dell’Infn che ha visto nascere l’osservatorio di Càscina. Gli
scienziati ci provano dagli anni ‘60, mentre Ligo e Virgo sono attivi
rispettivamente dal 2004 e dal 2003. I due strumenti si chiamano in
gergo «interferometri a raggi laser». Sono formati da due tunnel
disposti a “elle” e lunghi vari chilometri: 3 nel caso di Virgo, 4 nel
caso dei due osservatori di Ligo, costruiti uno in Louisiana e uno nello
stato di Washington. All’interno di questi tunnel viene sparato un
raggio laser, che rimbalza attraverso una serie di specchi e raggiunge
l’intensità di migliaia di lampadine. La calibrazione di questi specchi
avviene in maniera precisissima, così come totale è l’isolamento
sismico: il segnale, in condizioni normali, deve tornare esattamente
dove è partito. Fulvio Ricci, fisico dell’università La Sapienza a Roma,
dell’Infn e “spokesperson” (cioè coordinatore) di Virgo spiega che «il
tunnel è mantenuto completamente sotto vuoto. Anche un granello di
polvere potrebbe disturbarci». Al passaggio di un’onda gravitazionale,
la deformazione della “elle” farebbe deviare il raggio laser di un
miliardesimo del diametro di un atomo. Sembra poco, ma è quanto basta
per fare la scoperta del secolo.