Repubblica 7.2.16
L’incubo scissione
Giovani Pd in allarme “Immunizziamoci”
Alle nuove Frattocchie anche il caso Cuffaro. Veltroni dice no al partito della Nazione
Bersani: “Combatto perché il Pd sia un soggetto politico con confini. Ci sono segnali di operazioni spurie di tesseramento”
di Giovanna Casadio
ROMA.
«Consales? Ahi». «Si era già sospeso, ma è pur sempre il sindaco di
Brindisi». «Ci voleva pure questo». Nel sottopalco delle neo Frattocchie
- la scuola politica del Pd di Renzi che si presenta con l’hashtag
#classedem – i ragazzi di Lecce parlano con Matteo Orfini, il presidente
del partito, mentre gli chiedono un selfie. Orfini riconosce che ce ne
sono tante di gatte da pelare. «E pure Cuffaro, che è più dentro che
fuori il Pd, ma non va proprio bene…», osserva Francesco Pedalino da
Paternò, Sicilia, laureando in Economia, renziano. «Io mi chiamo
Francesco Di Tommaso, sono studente in medicina, abruzzese, e penso che
nessuno nasce immunizzato. Mi è arrivato un tweet sul sindaco di
Brindisi... dobbiamo immunizzarci ». «Immunizzarci. Del resto il partito
deve avere anche un ruolo pedagogico», approvano Stefania Arito e
Alessio Di Lanzo. Alle primarie del 2013 hanno appoggiato Cuperlo.
Comunque ora non conta più. Conta che tutti sono nativi dem e che
saranno gli eredi di Renzi.
Alcuni ignorano la storia delle
Frattocchie, la gloriosa scuola politica del Pci. Nessuno cita Ds e
Margherita, i partiti fondatori. Qui nell’hotel di via Palermo dove per
un breve periodo si trasferì il Botteghino dei Ds, o si fa il Pd o si
muore. Scherzano. Sono stati selezionati in 370, dai 17 ai 35 anni per
la scuola di formazione politica voluta dal segretario- premier Renzi e
organizzata da Andrea De Maria. Più di mille sono rimasti fuori, pur
avendo presentato richiesta. Sarà per il prossimo anno. Sono iscritti ma
anche simpatizzanti. Sono precettati per 5 fine settimana, a lezione,
senza assenze: è raccomandato nel foglio di reclutamento. E il Pd che
vogliono è quello che racconta Walter Veltroni, il primo segretario dem,
primo insegnante ieri all’inaugurazione delle neo Frattocchie: «Non mi
convince il Partito della nazione, perché è il contrario del partito a
vocazione maggioritaria, che non ha bisogno di cercare chi è lontano da
sé per conquistare il consenso... non dobbiamo tornare a un partito a
vocazione neo minoritaria, se diventa altro da sè, perde pezzi».
Standing ovation e archiviazione di Verdini e company.
«Se entrano
pezzi di destra non è più il nostro partito, dobbiamo evitare assieme
che questo succeda». A incitare questa volta è Gianni Cuperlo, l’anti
renziano. Seguono il ministro Padoan e Castagnetti. Renzi sta cambiando
pelle al Pd? «D’accordo cambia pelle però già il fatto che ci sia...».
Ludovica Tranquilli non prende in considerazione l’ipotesi di scissioni.
Spauracchio agitato dal bersaniano Gotor che ha minacciato una diaspora
vera, non singole narcisistiche uscite. Bersani, l’ex segretario,
denuncia «operazioni spurie di tesseramento ». Cose che non vanno,
trasformismi. Classedem ha fiducia in Veltroni che indica cos’è la
sinistra: cambiamento, non conservazione, «sarebbe un ossimoro ».
Classedem applaude alla spiegazione che il potere è mezzo e non fine,
che ci vuole passione e etica. I dibattiti su Banca Etruria sono
lontani. I ragazzi apprezzano pure lo stop al tesseramento in Sicilia.
Di Renzi dicono: «È un leader che sbaglia meno degli altri». «Boschi è
una grande». Stamani interverrà il premier, che intanto replica a modo
suo: «Si fa un gran parlare di partiti della nazione, partiti liquidi,
di plastica, personali, travestiti da movimenti, acchiappatutto, delle
tessere, lasciateli parlare - ha spiegato ieri ai suoi , noi siamo il
Pd». Veltroni esorta: «Si fa buona politica se non c’è l’ one man show».
E ammette: delle primarie si è abusato, sì per candidato premier,
sindaco e governatore, non per il segretario del partito. Conclude un
po’ amaro: «Dire che la politica è meravigliosa oggi è come vendere un
ghiacciolo in Alaska».