domenica 7 febbraio 2016

Corriere 7.2.16
Veltroni attacca il partito della nazione
L’ex leader: meglio perdere che perderci. La sinistra attacca sul caso Cuffaro. Renzi: lasciateli parlare
di M.Gu.

ROMA La minoranza del Pd si sente assediata dagli «amici di Cuffaro» tesserati a centinaia in Sicilia. Fiuta il sospetto che, alle prossime elezioni, Renzi voglia candidare i verdiniani pur di depennare dalle liste gli esponenti della sinistra. Miguel Gotor evoca la scissione e, mentre la polemica sulle tessere divampa, il leader prova a fermare l’onda.
«Si fa un gran parlare di partiti della nazione, partiti liquidi, partiti di plastica, partiti personali, partiti acchiappatutto, partiti delle tessere — attacca Matteo Renzi — Lasciateli parlare. Sono sempre loro, li riconosciamo, li conoscono tutti. Noi, invece, siamo il Pd». Noi e loro. E il fantasma della scissione torna ad aleggiare. I renziani coniano l’ hashtag #altrocheditta e Bersani, che della «ditta» è stato il segretario, denuncia «operazioni spurie di tesseramento» e rilancia la sua battaglia: «Io non intendo stare in un semplice spazio politico, combatto perché il Pd sia un soggetto politico, che vuole allargare i propri confini ma che ha dei confini». Altrimenti la sinistra ne trarrà le conseguenze. Lo aveva detto Bersani al Corriere , lo ha ribadito al Fatto Gotor. Sarà scissione? «Qualsiasi cosa accadrà tra di noi, sarà una decisione presa insieme, non una somma sgangherata di narcisismi». E non è, giura Gotor, questione di posti in lista: «Se si decide di andar via significa che si è spezzata la connessione sentimentale tra il Pd e il popolo di sinistra».
Carbone, Bonafé ed Ermini prendono di mira Gotor, accusandolo di cercare un seggio al prossimo giro. E la polemica si intreccia con il debutto della scuola di politica voluta da Renzi. Il primo «prof» a salire in cattedra è stato ieri mattina Walter Veltroni, che ha incassato ovazioni quando ha scandito il suo altolà al partito della nazione: «Se il Pd diventa altro da sé, perde pezzi e rinuncia all’ambizione maggioritaria. Meglio perdere che perderci». Allearsi «con tutti» a rischio di fare «un partito di ex» non è la strada giusta, avverte il fondatore, preoccupato che il Pd possa tornare a una «concezione neo-minoritaria». E così, a sera, il premier ha richiamato il partito all’ordine. «Noi invece siamo il Pd — è il monito di Renzi — Lo dimostra la scommessa sulla formazione». Nella prima giornata di «Classe democratica» hanno parlato Castagnetti, Padoan e Gianni Cuperlo. Il quale, sulla «cuffarizzazione», avverte: «Se pezzi organizzati della destra scelgono di entrare, il Pd non è più il nostro partito».