Repubblica 6.2.16
Dal Pd un’offensiva contro l’utero in affitto. La minaccia dell’Udc
Mozione della Finocchiaro per mediare coi cattolici Il Consiglio d’Europa: “Giusta la legge con le adozioni”
di Giovanna Casadio
I
dem vogliono insistere sulla stepchild ma accogliendo le obiezioni di
credenti e femministe I centristi minacciano di uscire dalla maggioranza
se ci sarà l’accordo tra i Democratici e i 5Stelle
Roma.
Non solo le senatrici cattodem, ma anche Anna Finocchiaro, presidente
della commissione Affari costituzionali, ex capogruppo dei senatori del
Pd, una militanza politica nel Pci e nei Ds, dirà la sua contro l’utero
in affitto. Probabilmente proporrà una mozione. Non è ancora nero su
bianco, ma il Pd ha in calendario un incontro lunedì per discutere della
questione che i cattolici e una parte delle femministe hanno posto sul
tavolo della discussione sulle unioni civili.
Ad aprire
«inevitabilmente» il varco alla maternità surrogata è - secondo il
documento scritto ieri da Emma Fattorini, Maria Di Giorgi, Angelica
Saggese e alcune altre senatrici - la stepchild adoption, l’adozione del
figlio del partner in una coppia gay. Questo il pensiero degli ultrà
cattolici e delle cattodem. Ma è una preoccupazione che riguarda anche i
laici. È anzi il punto su cui stanno lavorando i “pontieri” del Pd, da
Luigi Zanda a Francesco Russo, per rassicurare i dissidenti e tendere
una mano ai cattolici.
La linea sarà discussa a Palazzo Chigi
nella consueta riunione, lunedì o martedì, con i capigruppo dem, il
premier Renzi e la ministra Maria Elena Boschi. Ecco cosa prevede: la
legge sulle unioni civili passerà con la stepchild, ma sarà accompagnata
da una mozione oppure, come vorrebbero i più intransigenti, da un sub
emendamento inserito all’articolo 5, che richiami e rafforzi il divieto
di maternità surrogata. Finocchiaro è favorevole alla legge e anche alla
stepchild, però è altresì convinta che l’utero in affitto sia un uso
irrispettoso del corpo della donna. Dal Consiglio d’Europa un ennesimo
invito. Il commissario per i diritti umani, Nils Muiznieks afferma che
con la stepchild «l’Italia non sta creando nuovi diritti ma
semplicemente eliminando una discriminazione basata sull’orientamento
sessuale». E per quanto riguarda il rischio di utero in affitto lo
stesso Renzi ha chiarito la sua contrarietà e così la ministra Boschi.
In Italia la legge 40 sulla fecondazione assistita vieta e punisce la
pratica dell’utero in affitto. Si tratterebbe di richiamare quel divieto
e di impegnare il governo a renderlo più rigido. Alessia Morani,
deputata, ex responsabile giustizia del Pd, è convinta che si potrebbe
ricordare appunto nella legge sulle unioni civili il divieto della legge
40. I laici puntano a tenere distinta la stepchild dal problema
dell’utero in affitto, al tempo stesso le donne dem sono d’accordo sulla
necessità di battere un colpo. «Purché il tema della maternità
surrogata non sia usato in modo strumentale per affossare la legge»,
osserva Morani. Accuse reciproche di strumentalità partono dal fronte
cattolico e da quello laico. Beatrice Lorenzin, la ministra alfaniana,
ha usato parole molto dure contro la maternità surrogata. Una parte dei
centristi minaccia di uscire dalla maggioranza se la legge sulle unioni
civili passerà così com’è e con l’appoggio annunciato dei 5Stelle.
Lorenzo Cesa, il segretario dell’Udc, attacca: «Se i dem fanno asse con i
grillini ne prenderemo atto». Però i centristi sono a loro volta
divisi, come Forza Italia. Quindi nel pallottoliere delle maggioranze
variabili con cui da mercoledì prossimo farà i conti la legge nell’aula
del Senato, c’è assoluta incertezza. Il presidente Pietro Grasso sarà
arbitro nella decisione su quanti emendamenti ammettere - ma la
previsione è meno di 500 - e sui voti segreti che dovrebbero essere non
più di 30.