Repubblica 2.2.16
I fratelli Coen
“Oggi si riesce a ironizzare anche sul comunismo”
LOS
 ANGELES. «È vero: ci interessava il cinema come fabbrica», dice I 
fratelli , incontrato con il fratello Joel per Ave, Cesare!,
che 
l’11 febbraio aprirà il festival di Berlino. «Sono sempre stato 
affascinato da quel mondo», ribadisce Joel, che riflette sulle 
difficoltà di girare western, musical e film acquatici in quegli anni: 
«Abbiamo cercato di riprodurre quelle scene il più possibile filmandole 
dal vero, senza usare troppo il computer, e non è stato facile». L’idea 
di affrontare tanti vecchi generi cinematografici in un unico film 
faceva parte del fascino del progetto, aggiunge Ethan, «ma non era 
l’idea iniziale. E più cerchi di capire come si fa più capisci che 
all’epoca davvero sapevano lavorare. Fa parte di un’arte che è sparita e
 come regista non puoi non esserne affascinato e studiarla». Un altro 
tema del film è il comunismo: «All’epoca c’erano un sacco di persone 
intelligenti che sostenevano l’Unione Sovietica in questo paese, anche 
quando Stalin era al potere. Sembra incredibile a pensarci oggi. Non è 
divertente pensare a un gruppo di scrittori comunisti che rapiscono una 
star del sistema capitalista? Il comunismo è un tema su cui oggi si 
riesce a fare ironia». Infine i due autori, che scrivono e dirigono 
sempre insieme, ammettono di avere una predilezione per George Clooney: 
«Chiamiamo questo film il nostro quarto capitolo della trilogia 
dell’idiota!» dice Joel ridendo. «Ci divertiamo tanto con George, devi 
essere intelligentissimo per fare i ruoli che gli proponiamo, non solo, 
ma non devi avere nessun senso di vanità tipica di una star del cinema, e
 George è così».
 
