Repubblica 27.2.16
Il sì di Verdini lacera il Pd Speranza sfiderà Renzi “Il congresso è urgente”
La sinistra vuol fare asse con il renziano deluso Richetti. E anche riportare in campo Enrico Letta
Ma il Nazareno fa muro: la minoranza vede fantasmi Adozioni, scontro nel governo sulla legge ad hoc
di Goffredo De Marchis
ROMA.
Roberto Speranza formalizza la richiesta della sinistra Pd: congresso
anticipato rispetto alla scadenza del 2017 per discutere l’identità del
Partito democratico dopo la fiducia di Denis Verdini al governo. Presto
l’ex capogruppo della Camera formalizzerà anche la sua candidatura
alternativa a Matteo Renzi. Sarà lui lo sfidante dei bersaniani per la
segreteria. Lo farà tra due settimane alla convention della minoranza di
Perugia (11-12-13 marzo) perchè non si lancia la sfida al premier senza
un leader che lo contrasti. Ed è importante non lasciare campo libero
ad altre candidature, come quella di Enrico Rossi già ufficiale o come
quella, molto più ipotetica, che potrebbe venire dai diversamente
renziani con Matteo Richetti.
Semmai l’obiettivo della sinistra Pd
è ricreare, con un salto generazionale, un fronte ulivista simile a
quello rappresentato dalla coppia Pier Luigi Bersani-Enrico Letta, uno
ex Ds l’altro ex Margherita. Speranza e Richetti, se una parte dei
cattolici dem dovesse sposare la battaglia bersaniana, dovrebbero
lavorare in tandem, costruire un progetto che escluda Verdini e gli
altri fuoriusciti da Forza Italia. La corsa di Speranza infatti non può
essere circoscritta al mondo degli ex Ds, questo è ovvio. «Dovrà tornare
in campo anche Letta - dice per esempio Nico Stumpo -. Se davvero non
ha lasciato la politica è il momento di agire».
Speranza attacca
all’indomani dell’approvazione delle unioni civili, superato anche
grazie ai voti di Ala. «E’ chiaro che il voto di fiducia è un voto che
costruisce il perimetro della maggioranza - spiega -. Penso che sia un
fatto molto grave e sia una scelta che tocca l’identità profonda del
Partito Democratico. Per me non è accettabile». Se i renziani ricordano
il sostegno di Verdini anche ai governi Monti e Letta, il leader della
minoranza risponde: «Quei voti servivano per far nascere un governo. Ora
si tratta di un governo che già esiste. Lasciamo che sia il nostro
popolo a decidere se è giusto così». E Speranza aggiunge all’Huffington:
«Con i voti di Verdini sono schifiltoso».
Congresso subito per la
minoranza sarebbe o fra le amministrative e il referendum
costituzionale (ottobre). O subito dopo la consultazione sul quesito,
ovvero dicembre. Ma lo statuto fissa la data a novembre 2017. «Vediamo
se vincerà Renzi o chi è bravo soltanto a lamentarsi», replica Maria
Elena Boschi al Tg1. Le assise potrebbero davvero essere anticipate al
marzo del prossimo anno. Ma solo se Renzi avrà deciso, dopo il
referendum, di portare l’Italia al voto nella primavera del 2017. Cosa
della quale la sinistra Pd è sicurissima e allora è bene cominciare ora
la battaglia. Con i riflessi che avrà proprio sulla sfida politica del
referendum. Perchè sembra scontato a questo punto che la sinistra Pd si
sfilerà dalla battaglia per il sì, dai comitati che Renzi vuole
istituire in tutte le regioni.
La risposta dei renziani è molto
pesante. Il vicesegretario Debora Serracchiani accusa Speranza di
«inseguire i fantasmi e le dichiarazioni di 5stelle e forzisti. Verdini
non farà mai parte del Pd, ha votato per noi così come votava per
Letta». Renzi non ha in programma di salire al Quirinale per comunicare
cambi di maggioranza. E il Colle non sollecita questa mossa perchè non
considera mutata la natura della maggioranza. L’altro vicesegretario
Lorenzo Guerini fa notare che la richiesta della sinistra arriva dopo
due successi del Pd «il conflitto d’interessi e le unioni civili ».
Proprio
sulle coppie gay però si riaccende lo scontro nel governo. Monica
Cirinnà annuncia che è quasi pronto un nuovo ddl per le adozioni degli
omosessuali, che sana il buco lasciato dallo stralcio della stepchild.
Ma Ncd si oppone. E il segretario di Scelta civica Zanetti avverte:
«Basta con questo circo».