mercoledì 24 febbraio 2016

Repubblica 24.2.16
Mondadori-Rcs c’è l’accordo. Corsa a tre per la Bompiani
L’Antitrust accetta le nuove condizioni di Segrate. Gems, Giunti e Nave di Teseo vogliono lo storico marchio. Marsilio ai De Michelis
di Raffaella De Santis


Il colosso editoriale frutto del matrimonio tra Mondadori e Rcs è nato, ma per esistere dovrà cedere qualche pezzo. L’ultima udienza dell’Antitrust prevista per domani è stata annullata su richiesta di Mondadori, che ha rinunciato al diritto di essere ascoltata. Tradotto significa che l’“affaire” è concluso: Mondadori acquisterà Rcs Libri sottoponendo all’Autorità garante per la concorrenza dei “rimedi” per evitare la posizione dominante sul mercato, primo fra tutti la vendita dei marchi Bompiani e Marsilio. A questi il Garante aggiungerà anche delle condizioni “comportamentali”, dei correttivi di controllo dei rapporti di forza tra il nuovo colosso e le diverse realtà della filiera editoriale. Tra domani e venerdì il provvedimento sarà varato definitivamente, dopodiché l’Agcom avrà 45 giorni di tempo per esprimere il suo parere, comunque non vincolante. Il che significa che entro fine marzo, l’acquisizione,
avvenuta lo scorso ottobre, sarà ufficiale.
Le ipotesi degli ultimi giorni sono state confermate da una dichiarazione rilasciata già nella mattinata di ieri da Ernesto Mauri, amministratore delegato della Mondadori durante la registrazione del programma Rai 2Nex: «C’è la possibilità della dismissione di Marsilio e Bompiani per una quota di mercato che vale il tre per cento» (il 10% in termini di fatturato). E poi: «Bompiani è un marchio talmente bello... e tutti mi hanno chiamato perché lo vogliono ». Dove l’aggettivo “bello”, tradotto in termini economici, significa naturalmente appetibile sul mercato. E infatti i possibili acquirenti raggiunti al telefono non si tirano indietro. Non lo fa Stefano Mauri, presidente e amministratore delegato di Gems, che ne fa una questione anche sentimentale, di memoria familiare, oltre che economica: «Essendo stata la Bompiani fondata dalla nostra famiglia, non nascondo che siamo interessati». Valentino Bompiani, che creò la casa editrice nel 1929, era il fratello della nonna di Stefano Mauri, lo zio Fabio Mauri dirigeva la Bompiani a Roma, il padre era un distributore di Messaggerie e dunque anche lui aveva a che fare con i libri Bompiani.
Ma quanto costerebbe questo ricongiungimento familiare? Bompiani ha un fatturato che si aggira tra i 15 e i 16 milioni, la sua quota di mercato è del 2%, il prezzo chiesto da Mondadori potrebbe stimarsi verosimilmente tra i 10 e i 12 milioni. Non è detto che l’operazione debba concretizzarsi nell’immediato. La forbice di tempo concessa dall’Antitrust a Mondadori per vendere potrebbe oscillare dai sei ai nove mesi. Per Gems, al di là dell’albero genealogico, vorrebbe dire raggiungere il 14,5% del mercato librario. Un buon incremento, anche se lontano dal 32,5% del nuovo gruppo Mondadori+Rcs (al netto di Bompiani e Marsilio). Il neonato colosso editoriale dominerà incontrastato il mercato dei tascabili, passando dal 47% al 57%, e quello del settore scolastico, saltando dal terzo al primo posto.
Gems naturalmente non è sola a voler accaparrarsi Bompiani. La vorrebbe Giunti, i cui vertici ieri si sono chiusi in un impenetrabile no comment e c’è chi non esclude che anche Feltrinelli ci stia facendo un pensiero. In fila per l’acquisto ci saranno sicuramente tutte le grandi scuderie editoriali, quelle stesse citate in apertura nel documento dell’Antitrust: «Già, oggi, infatti – si legge – circa il 60% del mercato editoriale di “varia” in Italia è rappresentato dai principali gruppi, Mondadori, Rcs, Feltrinelli, Giunti». Gruppi che controllano l’intera filiera del libro, dai diritti d’autore alla vendita, dalla promozione alla distribuzione. Mondadori parte inoltre da un fatturato record, nel 2014, di 1177 milioni.
La questione Marsilio apparentemente sembra meno problematica. Il marchio potrebbe tornare in mano alla famiglia De Michelis, che ne deteneva in Rcs la quota di minoranza del 44%, ceduta al momento in cui Mondadori diventava il nuovo socio di riferimento e che oggi potrebbe essere riacquistata. Luca De Michelis, amministratore delegato, non ne fa mistero: «Marsilio è la storia della nostra famiglia, ci piacerebbe molto che rimanesse a noi. Per noi è importante mantenere un ruolo alla sua direzione». Il marchio veneziano vale l’1% delle quote di mercato.
Che una piccola casa indipendente possa rientrare nella partita è chiaramente da escludersi. La portata economica dell’operazione è all’altezza solo di grandi concentrazioni editoriali. In mare c’è però ormai la Nave di Teseo ed anche Elisabetta Sgarbi, ex direttore editoriale di Bompiani, ha qualcosa da dire in proposito: «Se ci fosse un fondamento in queste voci, se si dovesse aprire una prospetti- va, proveremmo a dialogare con la Mondadori. La Nave di Teseo nasceva anche perché potesse farsi parte attiva nell’istruttoria dell’Antitrust e perché potesse ricongiungersi alla Bompiani. Non c’è nessun editore in Europa e Stati Uniti che superi la quota del 24% del mercato della nazione di riferimento ». E sulla possibilità concreta di tirare fuori i soldi per riacquistare la Bompiani, precisa: «Tenteremo di ridare unità al catalogo, perché anche questo era un auspicio di Umberto Eco». Ieri c’è stato a Milano il funerale di Eco, ma le leggi del mercato sono spietate e si sa che i diritti delle sue opere fanno gola: «Eco ha dato disposizione che alla loro scadenza vadano alla Nave. Il suo è stato un gesto straordinario, non diretto contro la Mondadori, ma per la libertà, contro le concentrazioni editoriali».
In ogni caso per Ernesto Mauri la partita Bompiani-Marsilio è chiusa e il suo commento è lapidario: «Abbiamo preso il rischio di ridurre il perimetro», dice. E aggiunge: «Ce ne faremo una ragione».