Repubblica 24.2.16
Migranti, sfida di Vienna vertice senza Ue e Atene La rabbia di Tsipras
Più controlli di Austria e paesi balcanici, caos in Grecia Bruxelles: “Un piano per l’emergenza umanitaria”
di Andrea Bonanni
BRUXELLES.
L’Austria e i Paesi dei Balcani stanno chiudendo le frontiere e
rafforzando i controlli sul confine macedone, bloccando i migranti che
cercano di lasciare la Grecia e aumentando il rischio di una emergenza
umanitaria ad Atene. Ieri il commissario europeo alle migrazioni,
Dimitris Avramopouolos e il ministro degli interni olandese, Klaas
Dijkhoff, che ha la presidenza di turno del Consiglio Ue, hanno emesso
un comunicato congiunto: «Siamo inquieti per gli sviluppi lungo la rotta
dei Balcani e per la crisi umanitaria che si potrebbe creare in alcuni
Paesi e in particolare in Grecia». La Commissione ha reso noto che sta
preparando «un piano d’urgenza per offrire il suo aiuto in caso di crisi
umanitaria all’interno o all’esterno della Ue».
La Grecia ha
presentato una formale protesta diplomatica contro l’Austria, mossa
rarissima nei rapporti tra partner europei, definendo «un gesto
unilaterale e non amichevole» la riunione che il governo di Vienna ha
convocato per oggi con i responsabili di Albania, Bosnia, Bulgaria,
Kosovo, Croazia, Macedonia, Montenegro, Serbia and Slovenia per gestire i
flussi dei migranti. Alla riunione non è stato invitato nessun
rappresentante del governo greco, nè della Commissione, nè della
presidenza olandese della Ue. Il premier greco Alexis Tsipras ha
espresso il proprio «malconento» in una lettera inviata al premier
danese Rutte. Secondo Atene, lo stop ai migranti è stato deciso
dall’Austria e dai Paesi dei Balcani in una riunione che si è tenuta il
18 febbraio a Zagabria senza consultare gli altri partner.
Al
Consiglio europeo della settimana scorsa, la Grecia aveva ottenuto
assicurazioni che la frontiera con la Macedonia sarebbe rimasta aperta
almeno fino al prossimo vertice con la Turchia, in programma il 7 marzo.
Ma già da domenica le guardie di frontiera macedoni, rafforzate a
quanto pare da personale arrivato da altri Paesi vicini, non lasciano
più passare i migranti provenienti dall’Afghanistan. Solo siriani e
iracheni possono varcare il confine e solo se hanno documenti in regola e
se sono stati registrati al loro arrivo in Grecia. Ieri le autorità
elleniche hanno trasportato circa settecento rifugiati afgani che si
accalcavano alla frontiera macedone verso i centri di accoglienza di
Atene. Dall’inizio dell’anno sono centomila i migranti già sbarcati
sulle coste greche.
Intanto, dopo che la Francia ha cominciato a
smantellare a Calais l’accampamento dei profughi che cercano di
raggiungere la Gran Bretagna, il Belgio ha attivato controlli lungo le
sue frontiere meridionali per evitare che i migranti cerchino di
imbarcarsi nel porto belga di Zeebrugge.
Il segretario di Stato
americano John Kerry ha dichiarato ieri che «l’Europa è profondamente
minacciata» dal fenomeno migratorio e ha promesso «tutto l’aiuto
necessario da parte americana». Ma il segretario generale della Nato,
Jens Stoltenberg, ha spiegato che l’Alleanza si limiterà a fornire
assistenza a Grecia e Turchia, senza intervenire direttamente:
«Aiuteremo le autorità e le forze locali a fare il loro lavoro, ma non
faremo il loro lavoro».