Repubblica 24.2.16
L’ex pm Ferdinando Pomarici
“Ci impedirono di indagare per noi pm è una rivincita”
Ci accusavano di difendere un terrorista... Renzi desecreta? Non ci scommetterei dieci euro
di Liana Milella
ROMA.
«Strasburgo? Una sentenza soddisfacente sotto il profilo personale, ma
molto amara sotto quello istituzionale». Dice così Ferdinando Pomarici,
pm con Spataro del caso Abu Omar.
Cos’ha provato a leggerla?
«È
stata una rivincita, perché a me e ad Armando ne hanno fatte e dette di
tutti i colori. Siamo stati accusati di proteggere i terroristi, di
aver protetto Abu Omar, un presidente emerito della Repubblica (Cossiga,
ndr.) ci ha denunciato alla procura di Brescia per attività sovversiva
ai danni dello Stato. Siamo rimasti sotto inchiesta per sei mesi».
Verità ostacolata?
«Netta
opposizione del segreto, il rifiuto di inoltrare agli Usa la richiesta
d’arresto, come prevede il trattato bilaterale, ci ha impedito di
arrivare alle responsabilità istituzionali ed eventualmente politiche».
Su cosa poggia la sua accusa?
«Non
dimentico le parole di Pollari dopo il rinvio a giudizio: “Nessuno
creda che se vado a fondo io, vado a fondo da solo, perché avrei tante
cose da dire”».
Strasburgo fa giustizia?
«Non sono felice che l’Italia sia condannata per condotte di questa gravità».
Ostacoli a lei e Spataro?
«Ci hanno impedito di condannare Pollari e gli altri dirigenti del Sismi, quindi la parte italiana è rimasta impunita».
La Consulta ha aiutato?
«Ha
emesso sentenze criticabilissime. Non dimentico il tentativo di
intimidazione per aver criticato la prima sentenza della Consulta. Un
portavoce della Corte mi disse che lì erano molto irritati e che la
dovevo smettere perché altrimenti avrebbero chiesto l’azione
disciplinare. Si vede che non mi conoscevano...».
Era giusto che Napolitano e Mattarella graziassero 3 protagonisti del caso Abu Omar?
« L’esercizio della grazia è prerogativa esclusiva del presidente, ma non è stato un segnale di opposizione agli Usa».
Chiede ancora di togliere il segreto?
«Il
governo attuale non ha niente da rimproverarsi e dopo Strasburgo e
Regeni potrebbe far riacquistare all’Italia la credibilità che ci siamo
giocati, rendendo pubblici gli atti. Ma se dovessi scommettere 10 euro
direi che nulla sarà fatto».