Repubblica 23.2.16
Germania, assalto ai profughi attaccati un bus e un ostello L’ultradestra soffia sull’odio
Incendio
doloso in un rifugio di Bautzen, anche bambini tra gli spettatori Il
governo condanna. La leader di Afd: “Insulti dai richiedenti asilo”
di T. M.
BERLINO.
“A Bautzen!” — prima della caduta del Muro, se un giudice spediva un
prigioniero politico nel carcere della cittadina sassone, significava
una condanna terribile, legata a botte, torture, condizioni di
detenzione durissime. Da sabato notte, il nome Bautzen sarà associato a
un altro momento buio della storia tedesca. Una trentina di persone
hanno infatti assistito ridendo, applaudendo, scandendo slogan razzisti
all’incendio doloso che ha semidistrutto un ex albergo riconvertito in
centro di accoglienza per i profughi.
Secondo la Dresdner
Morgenpost, ci sarebbero stati persino dei bambini tra gli spettatori:
avrebbero partecipato ai cori e agli insulti contro i profughi,
definendoli «scarafaggi». I primi richiedenti asilo sarebbero dovuti
arrivare a marzo: per fortuna al momento del rogo l’edificio era vuoto.
Ma alcune persone avrebbero tentato a più riprese di impedire ai
pompieri di spegnere il fuoco: tre ragazzi tra i 19 e 21 anni sono
finiti ieri sotto indagine.
L’episodio è avvenuto dopo un altro,
grave atto di intolleranza registrato ad appena un centinaio di
chilometri. A Clausnitz un pullman con una quindicina di profughi a
bordo è stato circondato giovedì sera da un centinaio di persone che
hanno gridato frasi xenofobe e «noi siamo il popolo», storpiando lo
slogan simbolo della rivoluzione pacifica del 1989. I richiedenti asilo,
terrorizzati, si sarebbero rifiutati di scendere dal bus. All’arrivo
della polizia, qualcuno ha filmato una scena aberrante: un ragazzino
libanese di 15 anni, Luai, paralizzato dalla paura sui gradini del
pullman, un poliziotto che lo prende per il collo, lo trascina a forza
per cinque o sei metri, fino al centro di accoglienza. La polizia
sassone ha persino giustificato il collega. Il bimbo sarebbe stato
“molto più al sicuro”, nel centro, secondo il capo della polizia di
Chemnitz, Uwe Reissmann. Il quale ha persino annunciato che potrebbero
partire denunce «contro qualche passeggero». Secondo Reissmann i
migranti avrebbero filmato i manifestanti dal bus e alzato qualche dito
medio.
La condanna del mondo politico dopo questi episodi che per
qualcuno dovrebbero ispirare una riflessione più ampia sul “caso
Sassonia”, dopo gli innumerevoli casi di intolleranza registrati di
recente nel Land dell’ex Germania est, è stata unanime. O quasi. Per il
portavoce di Angela Merkel, «è senza cuore osteggiare i profughi che
arrivano, fra cui donne e bambini, sbraitando e urlando insulti villani
», il ministro dell’Interno de Maizière ha parlato di fatti
«intollerabili », e il primo ministro della Sassonia, Tillich (Cdu) li
ha definiti «rivoltanti». Ma la capa dei populisti di destra Afd, Frauke
Petry, pur condannando l’episodio dell’orrendo flash mob contro il
pullman, ha voluto sottolineare che «ci sono state dichiarazioni poco
belle anche da parte dei richiedenti asilo, gesti col dito medio e
qualche insulto». Persino.