Repubblica 22.9.16
Dall’Australia a Roma “Noi, vittime di abusi qui per vedere Pell”
Oggi l’audizione in videoconferenza del cardinale L’accusa: “Sapeva delle violenze”. La replica: “Falso”
di Paolo Rodari
Ad assistere alla deposizione anche un gruppo che ha denunciato le molestie
IN PARTENZA
Il gruppo che ha denunciato le violenze subite in Australia diversi anni fa in partenza per Roma. La foto è tratta da Facebook
L’ALTO PRELATO
George
Pell è il capo della Segreteria per l’Economia della Santa Sede. Gli
abusi risalgono a quando guidava la diocesi di Ballarat
CITTÀ
DEL VATICANO. Inizia oggi, nel territorio neutrale dell’hotel Quirinale
di Roma, la deposizione, in video conferenza con l’Australia, del
cardinale George Pell (capo della Segreteria per l’Economia della Santa
Sede) davanti alla Commissione governativa australiana che indaga sugli
abusi sessuali su minori commessi da uomini di Chiesa quando egli era
semplice prete a Ballarat e poi vescovo a Melbourne e a Sydney. L’accusa
è di aver coperto i preti pedofili, spostandoli — come era prassi
consolidata in alcune diocesi del mondo — da una parrocchia a un’altra.
Caso
Josef Wesolowski a parte, è la prima volta che accuse dirette arrivano a
coinvolgere un alto esponente della Santa Sede. Oggi il porporato
australiano, dopo la video conferenza, viene ricevuto da Francesco.
L’udienza
è in realtà in “tabella” e dunque dovrebbe essere legata principalmente
all’incarico ricoperto in Vaticano. Anche se non è escluso che papa
Bergoglio possa essere informato in tempo reale anche di quanto appena
avvenuto all’Hotel Quirinale.
Soltanto pochi giorni fa, del resto,
tornando dal viaggio apostolico in Messico, egli aveva definito «una
mostruosità » gli abusi sessuali commessi dai preti e aveva detto: «Un
vescovo che cambia la parrocchia ad un sacerdote, quando si verifica un
caso di pedofilia, è un incosciente, e la cosa migliore che possa fare è
presentare la rinuncia».
Pell ha sempre respinto con forza ogni
addebito dicendo di non essere mai stato a conoscenza dei fatti. Ancora
pochi giorni fa ha ribadito che «le accuse sono senza fondamento e
completamente false». Ma la sua difesa non è mai avvenuta davanti alla
Commissione, bensì attraverso dichiarazioni a distanza.
La
Commissione avrebbe voluto ascoltare Pell in Australia, ma il porporato
ha presentato certificati medici che gli impediscono il viaggio.
Per
questo, a Melbourne come a Sydney, l’attesa per il faccia a faccia di
oggi è grande. Pell è ritenuto da parte dell’opinione pubblica del suo
Paese colpevole: in sostanza, dicono, non poteva non sapere.
Non
così a Roma, dove il porporato è invece conosciuto principalmente per
essere colui al quale Francesco ha affidato il delicato compito di
riforma dell’economia vaticana. In suo favore si è recentemente espresso
anche il padre gesuita Frank Brennan. In passato critico nei confronti
del porporato, ha detto recentemente «che nessuna prova è stata prodotta
per dimostrare che Pell sapesse qualcosa degli abusi».
A Roma per
ascoltare la deposizione ci sono oggi anche alcune delle vittime di
Ballarat. Dice il loro portavoce, Andrew Collins, che desiderano
«sentire la verità dalla bocca di Pell». E ancora: «Occupava posizioni
di rango a Ballarat quando sono accaduti gli abusi peggiori. Vogliamo
sapere cosa ha saputo e quando ne è venuto a conoscenza. Vogliamo anche
sapere perché le vittime non sono state prese in seria considerazione e
perché la Chiesa ha tentato di insabbiare questi crimini».
Spiega
Carolyn Worth, portavoce del “The Victorian Casa Forum”, il centro di
aiuto di Melbourne per chi ha subito abusi sessuali e al quale fanno
riferimento anche le vittime di Ballarat, che «un certo numero di
vittime crede che Pell non è stato trasparente nelle sue risposte date
in passato alla Commissione Reale.
Soprattutto in merito alle
risposte date circa gli abusi di Ballarat, quando era vescovo ausiliare
di Melbourne. Per le vittime è importante vedere il cardinale dare la
sua testimonianza. Vedono ciò come parte del loro processo di recupero
».