Repubblica 22.2.16
L’antropologo Albert Zink
“Ora la vera sfida è svelare il suo sistema immunitario”
intervista di E. D.
Albert Zink dirige a Bolzano l’Istituto Eurac
ROMA.
«Di lui mi piacerebbe scoprire tutto, anche i pensieri». Albert Zink,
biologo e antropologo, dirige l’Istituto per le mummie e l’Ice-man
dell’Eurac: un centro scientifico fondato a Bolzano nel 2007 e dedicato
quasi interamente all’esame dell’uomo dei ghiacci.
Chi è per lei Ötzi?
«Dopo
tanti anni, non è più solo un oggetto di studio. E cerco di non
dimenticare mai che prima di diventare una mummia è stata una persona
viva. Aveva emozioni, abitudini, idee. Forse non arriveremo mai a
ricostruirle, ma spesso ci penso e mi ritrovo a immaginarle. Ora
proveremo a capire che voce aveva, ma purtroppo ignoriamo del tutto la
sua lingua».
Che tecniche usate per svelare i segreti di Ötzi?
«Al
nostro istituto lavorano antropologi, patologi, microbiologi,
conservatori. Siamo l’unico centro al mondo che si concentra sullo
studio delle mummie, e cerchiamo di carpire i loro segreti usando tutte
le discipline possibili. Io prima avevo lavorato in Egitto sui resti di
Tutankamon e Ramsete. Oggi studiamo anche diverse mummie sudamericane e
aiutiamo i musei di tutto il mondo per la conservazione».
Quali saranno i prossimi misteri da svelare su Ötzi?
«Vogliamo
scoprire altri dettagli sulla sua salute e pensiamo che il sistema
immunitario possa dirci molto. Sappiamo poi che è stato ucciso. Ma da
chi? Al momento della morte era solo o si trovava in compagnia? Per
rispondere a queste domande bisognerebbe effettuare un altro scavo sul
luogo del ritrovamento».