Repubblica 20.1.16
A chi dà fastidio il superministro
Che cosa farà il nostro presidente del Consiglio su questo tema è ancora un mistero
di Eugenio Scalfari
DOMENICA
scorsa avevo anticipato la notizia che i due governatori delle Banche
centrali di Germania e Francia avevano proposto la creazione d’un
ministro del Tesoro unico per i paesi dell’Eurozona, ipotesi già
formulata da Mario Draghi e motivata dalla situazione di crisi economica
e sociale non soltanto europea ma di tutto il mondo. Per l’Europa
tuttavia quella proposta aveva ed ha una motivazione aggiuntiva e ancora
più determinata: un ministro del Tesoro unico non è limitato a render
più forte la politica di crescita ma rappresenta anche un passo avanti
verso gli Stati Uniti d’Europa, obiettivo fondamentale per affrontare i
problemi d’una società globale come quella nella quale ormai da tempo
viviamo.
Quando ho anticipato la notizia del documento stilato e
firmato da quei due governatori disponevo soltanto d’una sintesi
dell’articolo da loro pubblicato sulla “Süddeutsche Zeitung” e su “Le
Monde”, ma ora ne ho sottomano il testo integrale, ufficialmente
tradotto anche in italiano ed anche nelle altre lingue dei principali
paesi dell’Ue. Vale la pena dunque di ritornarvi poiché approfondisce,
dal punto di vista dei due banchieri in questione, la nostra crisi in
corso e le varie possibilità di porvi riparo.
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È
OPPORTUNA tuttavia un’osservazione preliminare: il governatore della
Banca centrale tedesca (Bundesbank) non è affatto un fautore della
politica monetariamente espansiva adottata da Draghi; nel Consiglio
della Bce rappresenta la minoranza dissenziente. Quanto al banchiere
francese, il suo Paese continua ad essere dominato da quel mito della
“grandeur” ormai terribilmente invecchiato ma al quale la Francia non sa
e non vuole rinunciare; nonostante quel mito, la Banque de France
sponsorizza la creazione del ministro del Tesoro europeo che
comporterebbe per il suo governo una rinuncia di sovranità mai pensata.
La
cosa che mi ha stupito in questi ultimi tre giorni è il silenzio totale
delle varie stazioni televisive su questo tema e così pure quella di
quasi tutti i giornali. Siamo stati i primi e i soli a dare la notizia e
ad esaminarla. Ci fa piacere ma è comunque stupefacente. *** Il testo
integrale dell’articolo firmato dai due governatori, pubblicato
integralmente nel nostro giornale di ieri, esamina meticolosamente la
natura e le cause della crisi che sta ormai dilagando non solo in Europa
ma anche in Russia, in Cina, in Brasile, in India, in Giappone, in
Indonesia. E poi lancia la proposta del Tesoro dell’eurozona.
La
materia è molto complessa e la riassumo così: questo rafforzamento
dell’eurozona consentirebbe una politica di crescita diffusa in tutti i
paesi che ne fanno parte. Quella politica cioè che finora la Bundesbank e
il governo della Merkel hanno fin qui avversato. Questo passo
dell’articolo merita una citazione.
«Si tratta d’un programma
ambizioso di unione dei finanziamenti e degli investimenti. Infatti una
delle sfide principali riguarda il prodursi d’un risparmio abbondante
che non viene sufficientemente mobilitato per investimenti produttivi.
L’Europa può fare di più per colmare questo divario. L’emissione di
azioni come strumento di finanziamento delle imprese sembra l’evoluzione
più promettente. Oggi è la metà degli Stati Uniti mentre il debito è il
doppio… L’asimmetria tra sovranità nazionale e solidarietà comune
costituisce una minaccia per la stabilità della nostra Unione monetaria.
Una maggiore integrazione e una condivisione di sovranità e dei poteri a
livello europeo dell’eurozona comporta una più grande responsabilità
democratica».
I due firmatari della proposta in questione non si
nascondono tuttavia che potrebbe non essere accettata dai diciannove
governi dell’eurozona e ancor di più se fossero chiamati a valutarla
anche i ventotto membri dell’Unione europea.
Qual è in tal caso
l’alternativa? Eccola: «Un apparato decentralizzato, fondato sulla
responsabilità individuale dei singoli Stati nazionali comporterebbe
regole più stringenti, a cominciare dal fiscal compact e così pure il
rischio delle esposizioni debitorie degli Stati… Andare in questa
direzione consente di conservare la sovranità nazionale, con un livello
di solidarietà inevitabilmente più basso e un riequilibrio tra
responsabilità e controllo».
È un po’ oscura la descrizione di
questa alternativa al ministro del Tesoro unico, ma la sostanza comunque
è chiarissima: se non si vuole rinunciare alla sovranità nazionale,
allora le regole europee sui debiti sovrani e sulla flessibilità
dovranno inevitabilmente diventare più rigide. Addio crescita diffusa,
rigore e austerità torneranno ad imporsi. Quale sarà la scelta tra
queste due opzioni?
***
Se facciamo funzionare la logica e
una certa conoscenza della crisi che ci circonda e ci incalza, credo che
il governo tedesco sia favorevole al Tesoro unico dell’eurozona. Gli
consentirebbe di uscire dalla politica del rigore che attualmente la
Germania non adotta per la propria economia ma di fatto impone alle
altre nazioni.
Il governatore della Bundesbank lo fa capire nel
finale del documento. Finora la Merkel gli ha lasciato carta bianca ma
di fatto è stata d’accordo con Draghi. Adesso sta con tutti e due perché
su questo punto hanno lo stesso obiettivo. Attenzione però: se
l’obiettivo non sarà raggiunto, allora la diatriba tra Bundesbank e
Draghi tornerà e in questo caso la Bundesbank sarà più forte e la
cancelliera l’appoggerà.
E Renzi? Che cosa farà il nostro
presidente del Consiglio finora è un mistero. È impegnato sulla legge
per le unioni civili, materia anch’essa molto importante che lo mette
alla testa del fronte laico. L’esito è incerto ma il Pd è compatto con
lui. Il fatto è positivo e per quel che vale gli auguriamo piena
vittoria. Verrà però il momento — subito dopo — d’affrontare il tema del
Tesoro unico per i paesi membri dell’eurozona. Ci auguriamo che Renzi
faccia proprie le proposte di Draghi e dei due capi della Bundesbank e
della Banque de France, ma temiamo di no. Il presidente del gruppo
socialista al Parlamento europeo, che è l’italiano Pittella, ci ha
mandato una lunga lettera nella quale, apparentemente, plaude alla
creazione del ministro del Tesoro unico. Ma la sostanza di quella
lettera (probabilmente concordata con Palazzo Chigi) è del tutto
diversa. Il ministro del Tesoro unico non riguarda l’eurozona ma tutta
l’Unione e altro non è che uno dei commissari della Commissione che
dovrebbe avere le mansioni di Moscovici lievemente rafforzate. I suoi
poteri sarebbero comunque di competenza della Commissione, del
Parlamento di Bruxelles e, ovviamente, dei 28 paesi che siedono
nell’Ecofin. Il fatto che gli diano quel nome non conta niente. Sarebbe
più o meno, in fatto di economia, quello che la Mogherini è in fatto di
Difesa e politica estera: consulente, presente ad alcune riunioni dei
ministri nazionali. Ma Gentiloni gestisce la politica estera italiana e
non certo la Mogherini.
Insomma non volete perdere un grammo di
sovranità. Piuttosto sia lui, quel finto ministro del Tesoro, ad
aiutarvi per ottenere maggiore flessibilità.
Attento però, egregio
premier: il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, è stato molto
chiaro su questo punto: il rigore imposto dalla Germania aumenterà, il
debito sovrano sarà più sorvegliato e le procedure contro le infrazioni
aumenteranno. Pagheremo un prezzo alquanto salato per consentire che la
sovranità italiana non venga minimamente toccata.