lunedì 1 febbraio 2016

Repubblica 1.2.16
Statue coperte
Scelta di Palazzo Chigi: Sapora sarà sostituita ma nessuna sanzione
Dopo la visita di Rouhani la responsabile del cerimoniale sarà affiancata prima della pensione
di Annalisa Cuzzocrea

ROMA. Ilva Sapora ha consegnato la relazione scritta chiesta da Matteo Renzi alla fine della settimana scorsa. Il capo del cerimoniale di palazzo Chigi - un ufficio di 70 persone che negli ultimi mesi ha inanellato una serie di errori abbastanza grossolani - continua a mantenere il più assoluto riserbo sulla faccenda della statue coperte durante la visita del presidente iraniano Hassan Rouhani a Roma. Il suo WhatsApp (la foto profilo la mostra sorridente: occhiali scuri, filo di perle e un ponte veneziano sullo sfondo) richiede cortese: «Solo chiamate urgenti». E di fatto, la dirigente non risponde al telefono se non per messaggio, augurando una buona serata e facendo sapere di essere intenta a festeggiare i tre anni della nipote. Gentile e serena, continua a mostrarsi così, Ilva Sapora, dopo la figuraccia mondiale delle statue dei musei capitolini nascoste da grandi pannelli bianchi per non mettere in imbarazzo la delegazione iraniana. Sull’Italia sono piovute critiche e ironie da tutto il mondo. La Francia ha biasimato platealmente, attraverso il premier Manuel Valls, una scelta che - per citare l’ultimo romanzo di Michel Houellebecq - è stata considerata un’inutile “sottomissione”. Ma a palazzo Chigi fanno sapere che nulla accadrà, se non un cambio della guardia ai vertici del cerimoniale per sopraggiunti limiti di età.
«Non vedo che conseguenze debbano esserci », risponde un alto funzionario di governo alla semplice domanda: «Cosa succede adesso?». Perché, spiega, «è già accaduto tutto e quella in atto è un’indagine interna che deve restare riservata». Chi lavora nel palazzo va oltre e racconta che quelli di Ilva Sapora possono essere considerati errori, non colpe. Prove - forse - di un’inadeguatezza rispetto al ruolo che ricopre, ma niente che possa essere sanzionato con un atto formale. O peggio, con il licenziamento.
Così, quel che filtra è che la dottoressa Sapora - in forza a palazzo Chigi da 15 anni, la portò Gianni Letta, abruzzese come lei - sarà accompagnata alla pensione senza traumi (è nata nel 1951, compie 65 anni nel 2016). Mentre per il ruolo di capo del cerimoniale si stanno esaminando altri nomi e - in via momentanea - si potrebbe estendere la responsabilità al segretario generale di Palazzo Chigi Paolo Aquilanti. Nessuna sanzione, quindi, perché nonostante gli ambienti che circondano il premier parlino di numerosi errori di questo tipo (il mancato invito a cena di un generale kuwaitiano che aveva reso possibili importanti commesse sugli Eurofighter durante la visita del premier di quel Paese; le gambe accavallate di Renzi in Giappone, dov’è un atto di maleducazione: una cena considerata non all’altezza per i reali di Giordania a Roma e lo strano affare della ressa per i Rolex in Arabia Saudita) non è ancora certo che l’unica a fare la scelta “diplomatica” nei confronti di Teheran sia stata solo Ilva Sapora. La sua decisione, infatti - il “blitz” del cerimoniale di Stato nei musei capitolini - non può essere considerata del tutto inattesa. Nel 2015 era successa la stessa cosa a Firenze, dove un paravento decorato con gigli aveva coperto la statua di un fauno nudo dell’artista Jeff Koons. Quella volta Renzi incontrava a palazzo Vecchio lo sceicco degli Emirati Mohammed Bin Zayed Al Nahyan. I giornali locali ne avevano scritto, la secca risposta fu che a decidere era stato il cerimoniale di palazzo Chigi. Ma le proteste non vennero considerate più di tanto. Anche quella volta, come con Rouhani, oltre ai delicati rapporti diplomatici erano in gioco altrettanto delicati accordi commerciali.