Repubblica 18.2.16
La Cassazione e il Csm “Salvini, un pericolo per la democrazia”
Il leader della Lega irritato: “I giudici parlino meno” aveva definito la magistratura “una schifezza”
di Liana Milella
ROMA.
 Ore 17 e 18. A palazzo dei Marescialli una routinaria seduta del Csm 
s’infiamma, come ai tempi di Berlusconi. Stavolta le toghe ce l’hanno 
col leghista Salvini e la sua uscita di domenica sui «magistrati 
schifezza ». Non poteva che essere Luca Palamara – l’ex focoso 
presidente dell’Anm quando Berlusconi tentava il blitz della riforma 
costituzionale della giustizia, delle intercettazioni e del processo 
breve – a chiedere ai colleghi «una presa di posizione forte». «Non 
vorrei che passasse sotto silenzio quanto è accaduto » ha detto 
Palamara, adesso al Csm per Unicost, la sua corrente. «Quando ho sentito
 Salvini ho avuto un sussulto, mi è sembrato di essere tornato a un 
recente passato che credevo fosse ormai nel dimenticatoio ». Poi un 
affondo su Salvini che «non ha perso l’occasione di svolgere la funzione
 del replicante usando parole quali “schifezza” nei confronti dei 
giudici ». Palamara chiede al Csm e ai vertici della magistratura 
presenti come membri di diritto del Consiglio – il primo presidente 
della Cassazione Giovanni Canzio, il procuratore generale Pasquale 
Ciccolo – di «manifestare vicinanza ai colleghi che ogni giorno 
lavorano».
Canzio e Ciccolo non esitano un attimo a pronunciare 
parole molto dure nei confronti di Salvini. Ecco cosa dice Canzio, da 
poco più di un mese al vertice della Suprema corte dopo la direzione 
della Corte di appello di Milano: «Con sobrietà ma con fermezza esprimo 
la mia profonda amarezza per le frasi pesantemente offensive pronunciate
 da Salvini nei confronti della magistratura». Durante il plenum Canzio 
dice ancora: «Credo fermamente nella leale collaborazione tra 
istituzioni e poteri dello Stato. Questa si fonda sul reciproco rispetto
 e nella giusta misura dei gesti, delle parole, dei comportamenti. 
Delegittimare un potere dello Stato con parole offensive e denigratorie 
fa molto male alla nostra democrazia».
Non passa mezz’ora che 
Salvini reagisce nel suo “stile”. Su Facebook registra un altro commento
 shock contro le toghe: «Amici, scappate subito da questa pagina perché 
per il signor Canzio e il signor Piccolo (sbaglia il nome di Ciccolo, 
ndr.) Salvini è “un pericolo per la democrazia” ». Segue una 
“salvinata”: «Sticazzi...sono un pericolo solo perché ritengo che la 
giustizia italiana faccia schifo? Se qualche giudice lavorasse di più e 
parlasse di meno forse gli italiani avrebbero più fiducia in questa 
magistratura». Salvini sfida pure Canzio e Ciccolo a un confronto 
pubblico.
A questo punto, al Csm, tocca al vice presidente 
Giovanni Legnini arrabbiarsi. «Non abbiamo bisogno di una nuova stagione
 di scontro tra magistratura e politica. Ma abbiamo il dovere di 
stigmatizzare quelle gravi e offensive espressioni perché la tutela 
dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura è un dovere 
costituzionale del Csm». Per i togati parla ancora l’ex pm di Napoli 
Antonella Ardituro di Area, che giudica «questi attacchi offensivi, 
indiscriminati e del tutto inaccettabili. In questo senso essi 
rappresentano una sorta di continuità con quanto non avremmo più voluto 
vedere da parte di chi riveste un ruolo pubblico e nega in radice in 
questo modo il ruolo di controllo della legalità da parte della 
magistratura ». Con le toghe e contro Salvini stanno i Pd Donatella 
Ferranti e David Ermini.
 
