mercoledì 17 febbraio 2016

Repubblica 17.2.16
Mosca: ripopolare la Siberia
di Nicola Lombardozzi

Limitandosi a numeri e carta geografica, sembrerebbe un problema facile: all’afflusso allarmante di migranti si può rimediare spalmandoli sullo sconfinato territorio del paese più grande del mondo, tra gli Urali e l’Estremo Oriente, in quella che noi occidentali chiamiamo genericamente Siberia. Popolare quelle lande, spesso desolate, è un sogno antico inseguito anche in tempi sovietici con tutti i mezzi, deportazioni di massa comprese. Ora la Russia ci riprova. Ai migranti in arrivo dalle ex repubbliche sovietiche si sono aggiunti un milione di russi di Ucraina fuggiti dalla guerra. A questi nuovi cittadini in particolare si rivolge il nuovo piano del governo che conta di realizzare in 4 anni 50mila nuovi posti di lavoro in regioni comeTransbajkalia, Magadan, Kamachtka, Buriatia, Vladivostok, che a noi evocano i gulag di Solgenitstyn , le imprese di Michele Strogoff e l’intramontabile Risiko. Zone potenzialmente fertili e da sfruttare dove già si sono insediati 70mila dei nuovi migranti. Ma l’obiettivo è spalmare ancora di più: dal primo maggio comincerà l’assegnazione di 140 milioni di ettari di terreno incolto da quelle parti. Un ettaro a famiglia con garanzia di diventarne proprietari se entro 5 anni lo si sarà trasformato in terreno agricolo degno di questo nome. E non è detto che, spinti dalla crisi, anche i russi delle grandi sovrappopolate città non finiscano per tentare la carta pioneristica della conquista dell’Est.