Repubblica 16.2.16
Ancora uno scontro nel Pd la rivolta dei cattodem “Pronti a far saltare la legge”
Oggi il voto al Senato sul “supercanguro” anti-emendamenti. Il leader democratico tenta la mediazione col preaffido a termine
di Goffredo De Marchis
ROMA.
Palazzo Chigi si è convinto che una pattuglia di cattodem punti a far
saltare la legge e «cerca solo i voti segreti». Perciò vuole isolare gli
oltranzisti e offre una nuova mediazione al grosso dei cattolici del Pd
sulla stepchild adoption. «Una attenuazione dell’adozione», dicono i
collaboratori di Renzi. Il pre-affido, il controllo costante del giudice
minorile come propone Andrea Orlando e qualche deterrente efficace
contro l’utero in affitto, tutte misure già contenute negli emendamenti
presentati dal Partito democratico. Ma Matteo Renzi rifiuta l’idea dello
stralcio e tiene duro sul voto al “canguro” firmato da Andrea Marcucci,
che cancella quasi tutte le modifiche avanzate dalle opposizioni e
“salva” l’articolo 5 sulle adozioni.
Dopo un vertice con Maria
Elena Boschi, Luciano Pizzetti, Luigi Zanda e alcuni cattolici tra i più
integralisti, i democratici devono ammettere la profonda spaccatura. Di
più: abbastanza attoniti i testimoni hanno assistito a un durissimo
scontro tra renziani con la Boschi da una parte a difesa della legge
Cirinnà e Rosa Maria Di Giorgi, ex assessore di Renzi, e Stefano Lepri
dall’altra che alzavano il tiro contro il canguro e contro la stepchild.
Di Giorgi si è messa di traverso e ha contestato la stessa presenza del
ministro Boschi alla riunione: «È la prima volta che partecipate. Ma il
governo aveva detto di volersi tenere fuori? Avete cambiato linea? ».
Un attacco frontale al quale la titolare delle Riforme ha risposto
lanciando una nuova mediazione e contando sulla frattura del fronte
cattolico.
Oggi nuove riunioni. Con Zanda, tra cattolici per
contarsi dopo che domenica c’è stata una certa difficoltà a firmare un
documento congiunto. Poi alle 16,30 si riunisce l’aula a Palazzo Madama e
si comincia a votare. «Sempre che le minoranze non combinino un casino.
Chissà se ci sarà in tempo a fare la prima votazione entro sera... »,
dice sibillina la Di Giorgi. Come dire: la senatrice scommette su un
nuovo rinvio.
Ma oggi un voto arriverà. Si parte proprio dal
canguro e il capogruppo dell’Ncd Renato Schifani chiederà lo
spacchettamento o meglio il pronunciamento per articoli separati. È il
modo per salvare gli emendamenti dell’articolo 5 dalla mannaia e quindi
dare ai senatori la possibilità di esprimersi sullo stralcio, la
soppressione o l’affido rafforzato. Per il momento la risposta di Zanda e
del governo è no. Il presidente dei senatori Pd chiede alla Lega di
ritirare le sue modifiche ostruzionistiche con poche speranze, malgrado
la disponibilità di Gianmarco Centinaio: «Siamo pronti a cancellare 4500
emendamenti ma il Pd vuole il canguro». Una guerra di nervi che andrà
avanti fino al pomeriggio e sulla quale Piero Grasso alla fine dovrà
dire l’ultima parola.
Marcucci fa sapere di non avere morbosità
rispetto al suol testo. Se si vota per parti separate va bene, se
l’obiettivo dei cattodem è il voto segreto sulla soppressione, la sua
certezza è che i voti contrari saranno maggioranza. Perché la linea di
Renzi è spaccare il fronte dei cattolici, anche isolando i suoi
fedelissimi come Lepri e Di Giorgi e poi cercare la mediazione con gli
altri su un’adozione controllata che varrà ovviamente per le coppie gay e
per le coppie eterosessuali. L’importante è far passare la legge mentre
a Palazzo Chigi sono ormai sicuri che anche alcuni senatori Pd abbiamo
un unico obiettivo: farla saltare per intero. Lo stesso di Angelino
Alfano e di Forza Italia.
Lo spacchettamento è comunque un
rischio. Dalla parte opposta dei cattodem, 16 senatori Giovani Turchi
guidati da Francesco Verducci ricordano le regole del gruppo: «La
libertà di coscienza vale solo per tre emendamenti. Quello Marcucci non
c’è. Chi vota contro si mette fuori dal Pd».