La Stampa 16.2.16
In Senato è l’ora della conta
di Marcello Sorgi
In
Senato si va alla conta. Sarà il voto dell’aula, da oggi, a decidere
sulla legge per le unioni civili, dopo una lunga e inutile trattativa
all’interno del Pd, tra il Pd e i suoi alleati di governo e con
l’opposizione. Il capogruppo dei senatori Democrat Zanda ha annunciato
ieri che il gruppo metterà ai voti anche l’emendamento cosiddetto
«supercanguro» presentato dal renziano Marcucci e destinato a far
saltare molte delle richieste di modifica, avanzate a migliaia dalla
Lega, ma non solo.
Il negoziato più complicato infatti s’è svolto
all’interno del Pd, e questa volta, diversamente da tutte le precedenti,
la spaccatura non era tra la maggioranza che sostiene il presidente del
consiglio e la minoranza bersaniana: a staccarsi è stato un pezzo di
centro cattolico, con l’aggiunta di alcuni singoli casi di perplessità -
il più rilevante quello dell’ex-Capo dello Stato Napolitano - contrari,
non alla legge, ma alla controversa questione della stepchild adoption.
I
numeri della vigilia, calcolati e ricalcolati fino all’ultimo da
entrambi gli schieramenti in campo, dicono che alla fine la legge
dovrebbe passare con tutti i suoi articoli. Una previsione del genere
parte dalla bocciatura con 195 voti, oltre trenta in più della
maggioranza, del primo emendamento studiato dal gruppo dell’ex-ministro
Quagliariello per fermare la discussione all’inizio. Sulla carta, tutti o
quasi quei voti sarebbero disponibili per approvare rapidamente la
legge Cirinnà. Vero è che quella prima votazione s’è svolta a scrutinio
palese, mentre sugli emendamenti si voterà a scrutinio segreto,
lasciando campo libero ai casi di coscienza e ai franchi tiratori. Ma
nell’aula di Palazzo Madama, sulla tendenza a mettere in difficoltà il
governo, prevalgono i timori per la durata della legislatura, l’ultima,
tra l’altro, del Senato come è ora.
L’accelerata comunicata ieri
da Zanda è legata anche alla sensazione che i contrari al riconoscimento
dei diritti per le unioni civili e per le coppie omosessuali vogliano
per lo più fare una battaglia di testimonianza, consapevoli ormai che è
molto difficile, se non impossibile, bloccare la legge.