sabato 13 febbraio 2016

Repubblica 13.2.16
Daniel Gros
“Avete avuto la flessibilità ma siete rimasti poco produttivi”
Renzi sbaglia a dare tutta la colpa alla politica del rigore, il problema è strutturale
intervista di Eugenio Occorsio
ROMA. «La magra crescita dell’Italia conferma solo una cosa: che non si può dare tutta la colpa all’austerità, come fa il vostro presidente del Consiglio». Daniel Gros, direttore del Center for economic policy studies di Bruxelles, è un economista tedesco “non allineato”, però stavolta ci tiene a puntualizzare: «Nel 2015 l’Italia ha usufruito di parecche finestre di flessibilità. Eppure non è cresciuta, o quasi. Segno che c’è dell’altro».
Cosa, professore?
«C’è innanzitutto un problema strutturale, tenace, pesantissimo, di produttività. Gli investimenti si fanno, ormai la stretta creditizia è in buona parte superata, gli impulsi positivi dalla politica fiscale ci sono, eppure il valore aggiunto non cresce, non si crea abbastanza ricchezza. Così non c’è vero sviluppo industriale, i redditi restano al palo e i consumi interni non ripartono».
Perché questa catena diabolica?
«Per una serie di motivi. Si sono fatti per esempio troppi investimenti sbagliati, non si è puntato sui settori industriali più dinamici in grado di generare maggior valore. In questo anche le banche, troppo spesso lente e scettiche di fronte all’innovazione, hanno la loro parte di responsabilità. Tra l’altro, ne pagano anche loro le conseguenze, in misura in molti casi pesantissima. Non avrebbero 200 miliardi di sofferenze se avessero selezionato il credito in modo più razionale e proattivo».
Cosa potrebbe fare l’Europa?
Un grande piano per la crescita?
«Non servono grandi progetti, basterebbe un’applicazione rigorosa dei principi già esistenti. Restiamo in Italia: siamo sicuri che si stia operando con la necessaria urgenza sul fronte dei recuperi di produttività nel settore privato ma soprattutto in quello pubblico? Che ne è della spending review? Si stanno andando a stanare consiglio comunale per consiglio comunale, società partecipata per società partecipata, le piaghe di improduttività quando non di malaffare? O ci si limita agli annunci?» La politica italiana è fatta di troppi annunci?
«Intendiamoci, qualcosa si sta facendo, però me lo lasci dire, c’è anche parecchio populismo, tanti slogan vuoti, tante promesse a effetto. Viene la tentazione di pensare che il governo quasi non sia interessato alla successiva concreta applicazione».
(e. occ.)