venerdì 12 febbraio 2016

Repubblica 12.2.16
Il prete e il sieropositivo adescatori di ragazzini
Brescia, 11 arresti. C’è anche un allenatore di calcio giovanile. Indagine partita dalla denuncia di una madre
Offrivano ai minori dai 20 ai 100 euro o biglietti per Gardaland in cambio di sesso L’uomo malato di Hiv pretendeva dai giovanissimi rapporti non protetti
di Paolo Berizzi

BRESCIA. Nelle chat dei siti di incontri a pagamento il piazzale del cimitero di Seriate — tre chilometri dal centro di Bergamo — è uno dei luoghi più gettonati. Lo stesso discorso vale per il parcheggio del centro commerciale Iper, appena fuori dal paese. Don Diego che si faceva chiamare “Marco” al “cimitero” ci veniva spesso: quasi mai a mani vuote. Il 10 settembre 2015, è un giovedì sera, fa salire due ragazzini sul suo Suv: 3mila di cilindrata, nero. Sgancia due cellulari nuovi e rispettive sim card: è la merce di scambio per il sesso. «Chiamatemi con questi telefoni », è l’accordo coi minorenni. Uno vuole capire meglio la tipologia dell’impegno col sacerdote. Manda un sms a don Diego, alias “Marco”: «Ma quante volte lo dobbiamo ancora fare gratis?». Risposta del prete: «Abbiamo appena cominciato, ce ne hai per 15 volte su 20 pattuite. Se fai meglio e se non mi bidoni sempre potrei scontarne qualcuna ».
Don Diego Rota, 45 anni, è parroco di Solza, 2mila abitanti in provincia di Bergamo. È anche membro del Consiglio presbiteriale diocesano: un motivo in più per gettare in un doloroso imbarazzo la potentissima Curia bergamasca. Il sacerdote (ora agli arresti domiciliari, come gli altri) è una delle 11 persone arrestate dai carabinieri tra Lombardia ed Emilia Romagna con l’accusa di prostituzione minorile continuata: l’inchiesta — coordinata dalla procura di Brescia con arresti e perquisizioni tra Bergamo, Milano, Pavia, Monza e Brianza e Parma, oltre a Brescia — è la stessa che nelle scorse settimane aveva portato all’arresto di un uomo malato di Hiv, Claudio Tonoli, 56 anni, bloccato dalla Polizia locale di Montichiari perché chiedeva di consumare rapporti sessuali non protetti. A casa dell’uomo i vigili avevano trovato molti contatti sul telefonino ma anche su agende e quaderni.
È grazie anche a questi contatti — oltre alla denuncia della madre di un sedicenne — che gli investigatori sono riusciti a allargare lo zoom sul giro di minorenni. E a identificare i clienti (uno, il dodicesimo, è ancora all’estero). Tra loro ci sono: un allenatore di calcio giovanile, Christian Zilli, 42 anni, mister degli Allievi Figc 1999 dell’Acos Treviglio, e un agente di polizia locale: Egidio Bosio, 53 anni, coordinatore dei vigili di Boltiere, sempre nella Bergamasca.
Che cosa avevano in comune — a loro insaputa — il prete, il vigile e l’allenatore? I ragazzini frequentati. Cinque ragazzi tra i 16 e i 17 anni. I clienti li pagavano dai 20 ai 100 euro oltre a regali di vario genere: biglietti per il parco divertimenti Gardaland, gelati, cene al Mc Donald’s. In un caso anche una catenina d’oro con lo stemma dell’Inter. I carabinieri hanno ricostruito un centinaio di incontri dal 2014. Tutti organizzati tramite un sito specializzato.
Uno dei particolari emersi nell’indagine è che gli adolescenti non mentivano mai sull’età. «Volevamo guadagnare soldi con i gay», hanno raccontato i baby gigolò ai magistrati. «La loro idea originaria — si legge nell’ordinanza di custodia cautelare — era quella di incontrare i soggetti, di chiedere il pagamento anticipato della prestazione sessuale per poi scappare», scrive il gip.
Prendiamo il caso di don Diego Rota: “Marco”. Le attenzioni erano cadute anche su un terzo giovane: rigorosamente minorenne. Il 28 ottobre il fratello del ragazzo che si prostituiva era riuscito a ottenere dal sacerdote nome (“Marco”) e numero di cellulare. L’obiettivo era quello di salvare il fratello. Ma la situazione era sfuggita di mano, e dopo una crisi di nervi in casa era dovuta intervenire l’ambulanza. Sesso e denaro: con al centro sempre minori. Ora l’inchiesta potrebbe avere altri nuovi sviluppi.