La Stampa 8.2.16
L’eterno ritorno del conflitto d’interessi
Si vota la legge
di Carlo Bertini
Dopo
anni di attesa, si riapre un fronte oggetto di enormi tensioni ai tempi
del berlusconismo, quello del conflitto di interessi: questa settimana
si comincia a votare la nuova legge in commissione Affari
Costituzionali, affrontando così di petto un tema di prima grandezza
come la separazione tra poteri pubblici e poteri privati; il termine
degli emendamenti è fissato per oggi e domani si passa ai voti sul testo
base adottato dai relatori, il Pd Francesco Sanna e l’azzurro Francesco
Paolo Sisto. Testo in sedici articoli, diviso per grandi capitoli, che
si applica per le cariche di governo, dal premier ai ministri, per
governatori, consiglieri regionali e per i parlamentari; che individua
nell’Antitrust l’autorità deputata ad attuare le disposizioni della
legge e ad applicare sanzioni amministrative; e che punta a superare le
«criticità» della Frattini del 2004 disciplinando varie fattispecie di
possibili conflitti di interesse: ad esempio stabilisce per titolari di
cariche pubbliche l’obbligo di astenersi dalla partecipazione a
qualunque decisione che possa specificamente incidere sulla situazione
patrimoniale propria e dei propri congiunti. Fissa poi il dovere di
informazione sui beni patrimoniali nei confronti dell’Antitrust, il
dovere di astensione in presenza di determinate situazioni, il dovere di
opzione quando si versa in situazioni di incompatibilità, il dovere di
separazione del proprio patrimonio qualora si versi in altre posizioni
di particolare rilevanza. La proposta si applica non soltanto alle
cariche di Governo nazionali, ma anche alle regioni che adottano
principi coerenti con la normativa nazionale. Modifica anche il metodo
di elezione dei membri Antitrust, due in capo alla Camera e uno al nuovo
Senato delle autonomie, proposta questa che potrebbe generare molte
polemiche, come già fanno capire alcuni dei soggetti in campo. Malgrado
già in questi giorni si entrerà nel vivo, pare non vi siano stati ancora
incontri di maggioranza per definire una linea comune sui vari nodi
aperti, come la nomina dell’antitrust o il regime di incompatibilità per
le cariche pubbliche. E dunque al momento c’è grande incertezza su
quello che succederà su un tema sensibile che agita i partiti.