La Stampa 7.2.16
Orfini promette che il testo non cambierà: “Nessuno stralcio sulle adozioni”
Il presidente dem: “Gli uomini di Cuffaro? Se entrano vanno cacciati”
intervista di Francesca Schianchi
Tirare
dritto con il testo Cirinnà, stepchild inclusa. Nella giornata in cui
il post di Grillo apre nuovi scenari sull’esito parlamentare della legge
sulle unioni civili, il presidente del Pd Matteo Orfini detta la linea
del partito: non arretrare di un passo.
Ma la nuova linea del M5S vi preoccupa?
«La
libertà di coscienza l’abbiamo lasciata anche noi, ma la leadership ha
detto cosa ne pensa: sarebbe importante che anche i coraggiosissimi
leader del M5S si esprimessero, altrimenti non vorrei che la libertà di
coscienza fosse una fuga dalle responsabilità. Ognuno a casa propria
sceglie come comportarsi, l’importante è che i voti alla fine arrivino».
Questo è il problema: Alfano esulta perché «potrebbe saltare l’intera legge». I numeri per farla passare ci sono?
«Lo
scopriremo tra poco, ma credo che si possa raggiungere l’obiettivo.
L’importante è continuare a discutere coi toni civili di queste
settimane».
La soluzione è lo stralcio della stepchild adoption?
«No. L’ipotesi è stata discussa e superata già qualche settimana fa».
Avanti quindi col ddl Cirinnà?
«Noi riteniamo che la legge debba essere approvata con questo impianto, stepchild inclusa».
Lei dice «noi», ma anche nel Pd ci sono grossi dubbi…
«C’è
un dibattito, come tutti sanno. Ma ne abbiamo discusso in Direzione,
abbiamo limato il testo, qualche emendamento che dettaglia alcune
questioni sarà ancora accettato: non prendo in considerazione l’ipotesi
che la legge non passi con anche la stepchild».
Che impressione le ha fatto il Family Day?
«Una
piazza rispettabile, dove alcune parole d’ordine non sono secondo me
condivisibili. Ma è un punto di vista del Paese. Noi però non stiamo
facendo la legge contro quella piazza né contro la famiglia».
Lei personalmente come la pensa sulle unioni civili?
«Io
personalmente sarei a favore anche dei matrimoni egualitari e delle
adozioni gay tout court. Sono invece contrarissimo all’utero in
affitto».
Che segnale sarebbe se questa legge non riuscisse a passare?
«Mi rifiuto di considerare questa ipotesi».
Intanto
nel Pd discutete anche di altro: la notizia di cuffariani in arrivo nel
partito. E’ pronto a essere anche il loro presidente?
«Non sarò mai il presidente dei cuffariani, che in quanto tali non possono stare nel Pd».
Eppure, racconta Cuffaro, stanno entrando in massa…
«Noi
siamo il partito considerato più di sinistra in Europa per la battaglia
contro l’austerità che facciamo, con toni che – segnalo a Cuperlo e
Bersani – erano scritti nella nostra mozione congressuale. La centralità
del Pd però in Italia ci espone a rischi: il primo, che chi ha un’idea
della politica come gestione del potere fine a se stesso, possa cercare
di riciclarsi da noi».
E il secondo?
«Il rischio ancora
più grave è che qualcuno nel Pd possa pensare di usare questi
trasformisti per aumentare il proprio peso interno e ne avalli, o
addirittura solleciti, l’ingresso: se così fosse, gli uni e gli altri
avrebbero sbagliato partito e farebbero bene ad accomodarsi fuori».
A chi allude?
«Renzi
ha vinto il congresso immaginando un cambio radicale del partito: temo
che nei territori invece qualcuno abbia tradotto questa impostazione
positiva nel tentativo di sommare pezzi di ceto politico trasformista.
Se fosse così, sarebbe una degenerazione da fermare».
Come?
«Vengo
da un anno di lavoro sul partito a Roma: abbiamo chiuso un tesseramento
fatto come si deve, ora abbiamo pacchetti di tessere in meno e persone
vere in più».
Il renziano Faraone chiede di tenere le porte del Pd aperte…
«Anch’io voglio un Pd aperto, ma agli elettori, non al ceto politico riciclato».
Bersani ha detto che se entra certa gente, lui non resta.
«Nel Pd certa gente non deve entrare. E se entra va cacciata».
Quindi non teme una scissione di Bersani, Cuperlo, Speranza?
«No:
mandiamo via quelli che arrivano nel Pd per riciclare idee di destra e
continuiamo a fare politiche di sinistra con Bersani, Cuperlo,
Speranza».
Se fate politiche di sinistra, perché il Pd è vissuto come spostato sempre più a destra?
«Perché
la sinistra italiana ha la malattia della subalternità. Per anni ci
siamo giudicati in base a quel che faceva Berlusconi, ora un pezzo di
sinistra è subalterna a Verdini e continua a misurarsi in base a quel
che dice lui. La sinistra italiana è il Pd, e non chi coltiva
minoritarie vocazioni di pura testimonianza».