venerdì 5 febbraio 2016

La Stampa 5.2.16
Solo le riforme potranno ammorbidire Bruxelles
di Marcello Sorgi

Nel bel mezzo della dura trattativa tra Italia e Commissione Ue sulla flessibilità - chiesta e finora negata, ma con toni che giorno dopo giorno si vanno facendo più negoziali - Mario Draghi ricorda all’Italia, anche se non solo a lei, che le riforme sono le uniche cose che contano per ammorbidire le rigidità di Bruxelles. Il presidente della Bce s’è detto preoccupato di manovre speculative mirate a evitare anche un piccolo rialzo dell’inflazione, obiettivo che la Banca centrale persegue da tempo e sta cercando di incoraggiare con massicci acquisti di titoli di Stato per sostenere le economie in fase di rallentamento del partners dell’Unione.
Le ultime previsioni infatti sono negative per tutta l’Eurozona, dove l’inflazione si assesterebbe allo 0,5, la metà di quello pronosticato, e in particolare per l’Italia, con una crescita attesa più modesta (1,4 al posto di 1,5), un rapporto deficit/pil leggermente più alto (2,5) e il livello del debito pubblico costante e preoccupante (133,4 per cento), seppure in lenta discesa.
Il punto più controverso della trattativa con la Commissione restano i costi di assistenza all’immigrazione. A Bruxelles si rifiutano di mettere sullo stesso piano le conseguenze dell’ondata di migranti approdata in Turchia la scorsa estate con quelle dell’esodo dalla Libia verso Lampedusa. Nel primo caso, si obietta, s’è trattato di un evento eccezionale; non così nel secondo, dato che il flusso, sebbene abbondante, è rimasto delle sue dimensioni e di conseguenza il governo italiano ha avuto modo e tempo di programmare gli stanziamenti necessari e collocarli nel proprio budget. Tesi ovviamente respinta da Renzi, che replica: se non viene considerato eccezionale ciò che è avvenuto negli anni dopo la caduta di Gheddafi, vuol dire che si vuol guardare alla realtà con occhi strabici.
Ieri il commissario agli affari economici Moscovici ha confermato che le valutazioni della commissione sulla legge di stabilità italiana saranno comunicate entro maggio, ma ha avuto toni più concilianti, sollecitando l’Italia ad avere lo stesso atteggiamento al tavolo della trattativa, e augurandosi che il dialogo e la disponibilità al compromesso prevalgano. Dopo l’apertura di mercoledì da parte di Juncker, le parole di Moscovici contengono una conferma che il clima sta cambiando, anche grazie ai pugni sul tavolo di Renzi in questi giorni. Ma la Commissione continua a tener duro, insistendo con l’Italia per far sì che scelga la strada di una convergenza. Con il premier in viaggio in Africa, Padoan non ha voluto sbilanciarsi, limitandosi a ribadire che le richieste italiane sono pienamente legittime.