venerdì 5 febbraio 2016

La Stampa 5.2.16
Il Pd: niente stralcio delle adozioni
Scontro tra Grasso e l’opposizione
Serracchiani in Senato per “blindare” il testo delle Unioni civili: regge l’intesa col M5S Ricorso alla Consulta di 40 senatori capitanati da Quagliariello: violate le procedure
di Carlo Bertini

Per alzare il livello dello scontro, una quarantina di senatori capitanati da Giovanardi e Quagliariello, forzisti, leghisti e centristi, pensano di ricorrere alla Consulta lamentando che sono state violate le loro funzioni facendo arrivare la legge in aula senza l’esame in Commissione e il mandato al relatore. «Il tentativo di bloccare un’ampia discussione con espedienti da azzeccagarbugli è una pessima Idea», taglia corto Piero Grasso ironizzando sul nome del movimento di Quagliariello. E su un ricorso che non impensierisce il governo, preoccupato piuttosto dai rischi di andare sotto nei voti segreti; e che per circostanze poco gestibili possa scattare qualche incidente tale da snaturare la legge, riuscendo magari ad affossarla del tutto. Quello che nelle segrete stanze viene definito «lo scenario più hard», che ripioverebbe come una valanga contundente sulla testa del Pd renziano. Lo scenario soft invece offre visioni rosee, scommette sul ddl Cirinnà approvato senza modifiche e poggia sull’ok obbligato dei grillini.
Toppe a destra e manca
Manca una settimana al gong, i tempi che si allungano sono altro motivo di preoccupazione, prima del 18 febbraio difficile si arrivi al voto finale; che non è detto sarà a scrutinio palese. Insomma, i big sono agitati assai. Sono da poco passate le dodici e in un Senato semi deserto fa il suo ingresso Debora Serracchiani, che si infila nello studio di Luigi Zanda. L’input della numero due del Pd, che poi va a colloquio dalla Boschi, è chiaro: nessuno stralcio delle adozioni, come quello evocato da Giorgio Tonini su Avvenire proponendo un’organica riforma in tempi brevi; nessun arretramento - chiedono sedici senatori intransigenti guidati dal «turco» Verducci. Ora è tempo di non fornire ai grillini alibi per sfilarsi. «Miglioramenti sì, ma niente forbici sul testo», sentenzia la Serracchiani. Una linea concordata al vertice, dove le pressioni di Angelino che spara ad alzo zero prefigurando «traumi» per il governo da un voto Pd-5Stelle, non fanno granché impressione. «Fino alla fine terrà alta la tensione». Zanda del resto ha riunito l’ufficio di presidenza del gruppo, dove i presenti capiscono che non è aria di aggiustamenti e modifiche al testo. «Non è aria di mediazioni mi pare», dice il catto-dem Stefano Lepri che apre un nuovo fronte sulle coppie etero e le case popolari agli sposati.
Tandem con i grillini
«Le cose non vanno così male, i numeri ci sono», è però la disamina fatta in casa Pd sul possibile esito dei voti segreti. Così articolata: quelli più ostici da convincere nel Pd si riducono a una quindicina, qualche voto verrà pure da Forza Italia, forse una decina, poi ci sono quelli di Sel e i 5 Stelle «che hanno preso impegni con tutti». Stando alle voci Pd, i grillini avrebbero dato un loro assenso a eliminare i vari rinvii al codice civile sul matrimonio per evitare profili di incostituzionalità. «Se ci sono aggiustamenti tecnici noi ci possiamo stare», ha confidato ad un collega uno dei tre big del movimento.