lunedì 29 febbraio 2016

La Stampa 29.2.16
“Se un Paese chiude il confine un altro soffre: non è la mia Europa”
di Alessandro Alviani

«Sono profondamente convinta che la strada che ho imboccato sia quella giusta». Tornata ieri sera dopo quattro mesi ospite del programma della giornalista Anne Will sulla tv pubblica Ard, Angela Merkel ha messo in chiaro che non intende cambiare rotta sulla questione dei rifugiati, nonostante le critiche interne e il crescente isolamento della Germania in Europa.
Alla vigilia del vertice Ue-Turchia del 7 marzo, Merkel ha ribadito la strategia elaborata finora: bisogna intervenire per combattere le cause dei flussi migratori, opporsi all’immigrazione illegale, agire insieme in Europa, mettere in sicurezza i confini esterni della Ue e cooperare con la Turchia, ha chiarito la cancelliera. Che è tornata a opporsi a un limite agli ingressi dei rifugiati in Germania, sul modello di quanto fatto dall’Austria: «Sono contraria a un tetto rigido», ha affermato, definendo la mossa di Vienna «infelice» e unilaterale.
Merkel ha ribadito l’intenzione di ridurre il numero dei rifugiati che entrano nella Repubblica federale, senza indicare tuttavia numeri concreti. «Non voglio promettere nulla che duri solo tre settimane e poi vada rivisto», ha chiarito. Merkel ha ricordato poi di essere in stretto contatto col premier greco Alexis Tsipras: non abbiamo certo mantenuto la Grecia nell’Eurozona per poi «piantarla in asso» adesso, ha chiarito. «Se uno Stato chiude i confini, un altro Paese soffre, questa non è la mia Europa».
Merkel si è detta semmai «molto ottimista» sulla possibilità di trovare una risposta europea alla questione dei rifugiati ed ha escluso sia eventuali conseguenze personali nel caso di un fallimento del vertice Ue-Turchia di lunedì prossimo, sia di pensare a soluzioni nazionali: «non ho un piano B - ha chiarito -. Io mi concentro su una soluzione, e non si può lavorare a due soluzioni»
La cancelliera ha respinto al mittente l’accusa di aver spaccato la Germania con la sua politica delle porte aperte, che le è stata rivolta dall’ex governatore bavarese Edmund Stoiber.
La polarizzazione della società tedesca è aumentata, ha ammesso, ma lei continua a dirsi fiduciosa. E poi, ha puntualizzato, «non sono stata io ad aprire i confini, erano già aperti».
Merkel è poi tornata sulle aggressioni di Capodanno a Colonia e ha condannato in modo netto le ultime aggressioni contro i rifugiati in Germania: immagini come quelle di Clausnitz in Sassonia, dove un autobus pieno di rifugiati è stato circondato da un gruppo di tedeschi, sono «ripugnanti e orrende. Abbiamo bisogno di tempo per risolvere i problemi, capisco l’impazienza di alcuni, ma non c’è nessuna scusa per chi compie azioni criminali».