sabato 27 febbraio 2016

La Stampa 27.2.16
Sanremo
“Abbiamo licenziato i furbetti, ora il Comune è paralizzato”
di Claudio Donzella

«Il Comune rischia il tracollo, la paralisi di opere, progetti, finanziamenti, servizi ai cittadini. Abbiamo fatto la nostra parte, anche dolorosa e sofferta, ora il governo non ci può lasciare soli». Il sindaco di Sanremo Alberto Biancheri, che guida una composita coalizione civica e di centrosinistra con ex esponenti del centrodestra, mostra la lettera che ieri pomeriggio ha deciso di inviare al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia. Una quasi disperata richiesta di aiuto dopo che l’inchiesta sui cosiddetti «furbetti del cartellino», che ha coinvolto in varia maniera 200 dei 480 dipendenti del Municipio, ha indotto lo stesso Comune a licenziare 32 persone e a sospenderne altre 51, per periodi che vanno fino a sei mesi, senza attendere l’esito delle indagini penali. E non è ancora finita.
La lettera è un’accorata richiesta al premier di una deroga per poter procedere subito a concorsi e assunzioni, altrimenti impossibili in base alle attuali limitazioni per gli enti locali, in modo da coprire almeno in parte la «voragine» che si è aperta nell’organico municipale. Soprattutto in uffici strategici: i servizi progettazione, fabbricati (con la manutenzione delle scuole), contratti, sono rimasti senza guida. Scrive Biancheri a Renzi: «La nostra amministrazione ha con senso di responsabilità gestito una mole inimmaginabile di procedimenti disciplinari, e li sta concludendo nei termini, anche con provvedimenti molto gravi. E’ l’ora di ricostruire e ripartire, non solo dando un messaggio al personale rimasto dopo l’inchiesta, ma anche una speranza ai tanti giovani in cerca di un impiego nella pubblica amministrazione, e motivati a mettersi “al servizio della Nazione”. Abbiamo bisogno di risorse umane, ad esempio, per appaltare lavori per 8 milioni di euro». Spiega il sindaco: «Non possono bastare la mobilità dalla Provincia e i “prestiti” di dipendenti da altri Comuni. Siamo stati additati come esempio nazionale di malcostume, ma abbiamo dimostrato di sapere prendere le contromisure senza guardare in faccia a nessuno. Adesso chi ha il potere di farlo ci dimostri che tutto questo non è stato inutile o addirittura un boomerang».