giovedì 25 febbraio 2016

La Stampa 25.2.16
Il blocco balcanico chiude i confini
Germania sempre più isolata
di Alessandro Alviani

Da ieri Angela Merkel è un po’ più sola e l’Europa un po’ più divisa. Mentre la Germania continua a chiedere una soluzione congiunta per limitare gli arrivi e si oppone a iniziative unilaterali, sempre più Paesi non vogliono aspettare oltre e vanno avanti in ordine sparso. Il Belgio ha reintrodotto i controlli alle frontiere con la Francia, perché teme l’afflusso di migliaia di rifugiati dopo lo sgombero di Calais. In Ungheria il premier Orban ha annunciato un referendum sulle quote di migranti da ridistribuire tra i Paesi Ue. E a Vienna i ministri degli Interni e degli Esteri di dieci Paesi (Albania, Bosnia, Bulgaria, Croazia, Kosovo, Macedonia, Montenegro, Serbia e Slovenia, oltre all’Austria) si sono incontrati per concordare misure finalizzate a ridurre in modo sostanziale i flussi migratori lungo la rotta balcanica. Secondo il ministro degli Interni austriaco, Johanna Mikl-Leitner, solo i rifugiati che necessitano di protezione internazionale verranno lasciati passare, mentre quelli che mostrano documenti falsi o rilasciano dichiarazioni non vere, ad esempio sul proprio Paese di origine, verranno respinti alle frontiere.
I dieci Paesi vogliono poi inviare poliziotti nelle zone di confine più interessate dai flussi, supportare la Macedonia e uniformare gli standard sulla registrazione dei migranti. «Dobbiamo ridurre adesso i flussi, perché quella dei rifugiati può diventare una questione di sopravvivenza della Ue», ha spiegato Frau Mikl-Leitner, che ha parlato anche di «fermare» i flussi. L’obiettivo, ha chiarito, resta una soluzione europea, ma per raggiungerla c’è bisogno di tempo, per cui sono necessarie ora misure nazionali.
La conferenza ha scatenato polemiche per la decisione austriaca di non invitare Grecia, Germania e Commissione europea. Per Atene si tratta di una mossa «non amichevole». La Grecia non vuole collaborare a una soluzione comune e non è disposta a ridurre i flussi, ha ribattuto il ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz: «Nessuno ci può accusare di non essere solidali, nella Ue siamo il Paese col più alto numero di rifugiati pro capite dopo la Svezia», ma ora si chiede troppo da noi. Kurz ha anche chiesto alla Germania di rispettare la posizione di Vienna. Berlino deve decidersi, ha attaccato Frau Mikl-Leitner: da una parte propaga una politica delle frontiere aperte, dall’altra ci chiede di limitare il numero dei rifugiati che vogliono andare in Germania.