giovedì 25 febbraio 2016

La Stampa 25.2.16
Monito europeo sul debito dell’Italia
Ultimo appello prima dell’infrazione
Da Bruxelles in arrivo la lettera di avvertimento, nel mirino anche Finlandia e Romania
di Marco Zatterin

Nei prossimi giorni alcuni Paesi europei riceveranno una lettera da Bruxelles. Un paio di settimane, si stima. «Il messaggio sarà “attenti, fate qualcosa perché rischiate il non rispetto degli impegni di bilancio presi”», rivela una fonte che segue il dossier. Anche l’Italia? «E’ una scommessa sicura, visti i numeri del debito e la dinamica della spesa», si sottolinea. Candidate al richiamo pure Finlandia e Romania. Sarà l’ultimo avvertimento di qui a maggio, momento in cui la Commissione deciderà se avviare una procedura contro i destinatari della missiva. Una sorta di solenne invito a mettersi in regola più che un ultimatum, sebbene la differenza sia minima.
Vuole così il codice del «semestre europeo», il meccanismo che gli Stati Ue si sono dati per coordinare le loro politiche fiscali ed economiche. Ieri la Commissione Ue ha discusso i «Country Report» concordati da Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici, rispettivamente vicepresidente dell’esecutivo e responsabile per l’Economia. I testi di queste «pagelle» saranno diffusi domani, ha annunciato l’ex premier lettone.
L’otto marzo, sarà invece la volta delle decisioni sul contesto macroeconomico. All’Italia dovrebbe essere attribuita una patente di «squilibrio eccessivo», ma non ci sarà una richiesta di correttivi, né una decisione di infrazione. Siamo al livello tre su quattro, il secondo più grave. Vuol dire trovarsi sotto osservazione senza conseguenze, oggetto d’un esercizio di pressione più che di condanna.
Dombrovskis ha spiegato che i rapporti di valutazione dei Paesi dovranno essere considerati nella preparazione dei programmi nazionali di riforma e del programma di stabilità 2017 che si prevede siano consegnati da tutti a Bruxelles a metà aprile. «I “Report” servono per aiutare gli Stati a preparare i documenti», ha concesso. In alcuni casi più complessi seguiranno le lettere. Per la crescita e il bilancio. La Commissione, rileva il lettone, «si aspetta che l’Italia avanzi idee per affrontare gli squilibri macroeconomici».
Il percorso segnato dal nostro «Country Report» è un bicchiere da colmare. C’è approvazione per le riforme avviate dal governo, eppure si sottolineano gli ulteriori margini di azione. Preoccupano soprattutto la mole del debito e la debolezza strutturale dell’economia. Si chiede di stringere sulla finanza pubblica, che rende l’Italia vulnerabile agli shock esterni, e di rilanciare la competitività che frena la crescita. E si ricorda che il taglio della tassa della casa non è coerente con le raccomandazioni ripetute del Consiglio che chiedevano di aumentare la pressione su proprietà e consumi.
L’appuntamento di maggio sarà decisivo: la decisione sulla procedura di deficit eccessivo per il debito, come quella sulla flessibilità e sui margini di spesa che possono essere concessi all’Italia. «Quando parliamo col ministro Padoan siamo rassicurati sull’impegno italiano - spiega una fonte - anche se le parole di Renzi non vanno sempre nella stesa direzione». Il dubbio è legato al 2017 e alla maturazione delle clausole di salvaguardia, l’aumento dell’Iva da oltre 15 miliardi che il governo non vuol fare.
«Non ci sono soluzioni facili - ammettono a Bruxelles -. Il problema è che se non si rispetta la disciplina che ci siamo dati in Europa poi tocca rispondere a quella imposta dai mercati: vale la pena di giocare con gli elementi?». Si registra volontà di dialogo, alla Commissione. Disponibilità a trattare, sino a a che si può: «A noi non interessano le clausole di salvaguardia, il nostro lavoro è assicurare il rispetto del Patto di Stabilità». Vuol dire che, per incontrarsi, bisognerà che tutti facciano un passo verso l’altro. Bruxelles sulla flessibilità, Roma sulle correzioni.