La Stampa 23.2.16
Il Pd ha deciso
Fiducia e via le adozioni
E il padre del Family day esulta: “È una vittoria tutta nostra”
Gandolfini: “Successo ma a metà, bisognava cancellare tutto”
Le famiglie Arcobaleno: ora è legge monca che non dà dignità
di Maria Corbi
«Possono
ignorare che esistono dei bambini in attesa del diritto alla serenità?
Evidentemente sì». Sara e Cristina, sono una coppia e crescono Daniele
che è a tutti gli effetti loro figlio. «Per noi, per le nostre famiglie,
per la scuola, per i nostri amici, ma non per la politica». La loro
paura, la loro rabbia la avevano già espressa in piazza quando hanno
manifestato insieme alle famiglie arcobaleno, ma non pensavano che
sarebbe finita così. Invece si andrà al voto sulle Unioni civili con lo
stralcio della Stepchild adoption. «In questo modo la Cirinnà sarà una
legge monca che oltre a non dare i diritti ai bambini non darebbe
dignità alle persone, sia omosessuali ed eterosessuali», dice Michele
Coletta, vicepresidente nazionale di Famiglie Arcobaleno. «Io sono già
padre di due bambini il cui padre biologico è il mio compagno, ma quei
bambini sono anche figli miei perché li sto crescendo e faccio tutto
quello che fa un genitore. L’unica differenza è che non ho le stesse
tutele».
Sul web con la petizione di «Change.org» intellettuali,
artisti, imprenditori, si sono appellati al governo per «la approvazione
della legge Cirinnà nella sua completezza, permettendo all’Italia di
unirsi al resto d’Europa e di sempre più Paesi del mondo nel
riconoscimento di diritti fondamentali a tutti i suoi cittadini». Tra
loro la scrittrice Chiara Gamberale che nel suo ultimo romanzo, «Adesso»
(Feltrinelli) esplora il mondo variegato delle famiglie italiane.
Lidia, la protagonista con il suo programma televisivo «vuole dimostrare
a un paese rimbambito, ancora spaventato dall’idea di un matrimonio fra
omosessuali, che nel frattempo in Italia e nel mondo esistono le più
incredibili realtà e che ognuna di loro, senza nemmeno pensarci, si
considera una famiglia». «Detto questo», continua la Gamberale, «occorre
comunque andare avanti. È una schifezza che sia cancellata la stepchild
ma non ci si può fermare. Il comportamento dei grillini è stato
inqualificabile».
Altro firmatario dell’appello, Pierluigi Celli,
saggista, manager (oggi è senior advisor a Poste Italiane, a lungo
direttore della Luiss. «Un Paese civile deve riconoscere le unioni
omosessuali e tutelare i bambini», dice. «Il fatto che si sia arrivati
al compromesso al ribasso stralciando la stepchild è tipico di questo
paese. Abbiamo la possibilità di fare una cosa per bene e invece no. La
politica prevale sull’interesse delle persone e sugli stessi diritti.
Un’occasione sprecata».
Mentre è soddisfatto Massimo Gandolfini
l’organizzatore del Family Day 2016. «Il fatto che venga cancellata la
stepchild è una nostra vittoria, ma ancora a metà. Il vero successo
sarebbe cancellare non solo articolo 5 ma anche il 2 e il 3 del decreto
Cirinnà, quelli che contengono i criteri di omologazione delle unioni
civili al matrimonio», dice. E ancora: «La legge sulle unioni civili è
inutile, perché i diritti per le persone che convivono già esistono nel
codice civile e al limite vanno leggermente ritoccati». Secondo
Gandolfini il paese non ha affatto bisogno di questa legge: «non è la
priorità di tutti i cittadini, ma solo di una piccola parte». E poi un
avvertimento: «Non ci rassegniamo e indicheremo le persone che ci hanno
aiutato e chi invece non lo ha fatto a partire dalle elezioni dei
sindaci: Qualcuno pagherà».