La Stampa 21.2.16
Soffoca la figlia di sette mesi
“Non mi faceva più dormire”
di Giulia Veltri
Forse
Marianna piangeva perché aveva mal di pancia oppure non riusciva a
prender sonno. Nessuno saprà mai con esattezza quale lampo ha
attraversato la mente della madre, in quel diabolico istante in cui
avrebbe ucciso la figlioletta di sette mesi, soffocandola forse con un
cuscino.
Ora Giovanna Leonetti, biologa di 37 anni impiegata in un
laboratorio di analisi, è piantonata nell’ospedale di Cosenza. Fermata,
è in stato di choc: sarebbe stata lei ad uccidere la piccola. Avrebbe
anche tentato di togliersi la vita ingerendo una scatola di
psicofarmaci. Al marito avvocato, Francesco Luberto, davanti agli
inquirenti è toccato il compito di mettere in fila gli strazianti pezzi
di questa storia. «Salvo fatti straordinari, tutti gli elementi ci
portano a dire che il quadro indiziario sia molto chiaro», ha detto
Marisa Manzini, procuratore aggiunto a Cosenza.
La tragedia si
consuma nel cuore della città, nella casa a tre piani della
centralissima via Molinella in cui vive la famiglia. Nessun contesto
degradato, nessuna forma di povertà né emarginazione sociale: la morte
della piccola si materializza in una famiglia di professionisti,
entrambi conosciuti nella città calabrese.
È tarda mattinata:
Marianna e la mamma stanno riposando a letto. Sono sole, la piccola è la
primogenita della famiglia ma le cose da tempo pare non andassero per
il meglio: Giovanna Leonetti – stando al resoconto degli investigatori –
soffre di depressione post partum e per questo ha iniziato una cura.
«Si lamentava perché non riusciva a dormire la notte, diceva di essere
esasperata», riferisce una collega della donna. Pochi attimi convulsi,
cala il silenzio sul pianto di Marianna: al terzo piano della palazzina
vive la nonna della bimba insieme alla badante ed entrambe si
precipitano al piano di sotto.
Giovanna Leonetti è sconvolta ed è
lei stessa a telefonare al marito e spiegargli l’accaduto. L’uomo subito
si precipita a casa e avverte il 118, poi la corsa dell’ambulanza lungo
l’isola pedonale della città ma, quando i sanitari entrano nella casa,
la piccola Marianna è già senza vita. La madre è accasciata su una
poltrona. Accanto, sul pavimenti, c’è una confezione vuota di
barbiturici. La donna viene immediatamente trasportata all’ospedale
dell’Annunziata di Cosenza. Mentre il padre, la nonna e la badante
vengono condotti in Questura per ricostruire davanti a pm e
investigatori i particolari di questo dramma familiare.