sabato 20 febbraio 2016

La Stampa 20.2.16
Alla ricerca della Sinistra aspettando mezzo Pd
Sulle ceneri di Sel nasce il nuovo partito. Bersani e Cuperlo in stand by
di Riccardo Barenghi

Alla ricerca della sinistra perduta, si potrebbe dire con tante scuse a Marcel Proust per l’impropria parafrasi. Oppure della sinistra che non c’è, o magari che c’è ma non si vede. Comunque sia, questa è la scommessa che ha lanciato Sinistra italiana ieri pomeriggio dal Palazzo dei congressi di Roma. L’obiettivo è un nuovo partito, ovviamente di sinistra, che segni la fine di Sel sperando e lavorando affinché tanti italiani in cerca di una casa politica diversa, e per molti aspetti antagonista a quella di Renzi, la trovino accogliente.
Erano più di mille in platea, molti volti della sinistra storica ma anche nuove facce. Comunque tanti. Alfredo D’Attore, uno dei transfughi dal Pd, non si aspettava tanta partecipazione, infatti aveva scommesso che sarebbero stati meno con Nicola Fratoianni: «Purtroppo, anzi per fortuna, ho perso». Il vincitore, che poi è l’attuale coordinatore di Sel, amico e compagno di viaggio da una vita di Nichi Vendola, non nasconde la sua soddisfazione: «Qui sta nascendo qualcosa di nuovo, un progetto politico alternativo al renzismo. Vogliamo conquistare tanti cittadini, tanti elettori che oggi sono delusi o incazzati con l’attuale quadro politico, il sistema economico, la finanza che cancella diritti e futuro. Lo spazio c’è, eccome. Proviamo a occuparlo».
Ma il vero creatore di tutto questo è proprio Vendola, che però non c’è né verrà. Domenica parlerà attraverso un video di nove minuti: «Ho detto a Nichi che ha fatto un record, non aveva mai parlato così poco in vita sua», gioca Fratoianni. E’ in Canada, il presidente di Sel, con il suo compagno Ed. I pettegoli dicono, e qualche giornale l’ha anche scritto, che starebbe lì in attesa di un figlio fatto con la maternità surrogata. Diciamo solo che sono fatti suoi.
Nel frattempo il suo progetto va avanti e mette insieme persone che fino all’altro ieri stavano in altri posti, Per esempio Sergio Cofferati, che è uno dei promotori dell’iniziativa: «Oggi c’è uno spazio enorme perché il Pd non è più di sinistra. Uno spazio che non deve essere assolutamente lasciato vuoto. Altrimenti tanta gente si rifugerà nell’antipolitica o nella rinuncia a partecipare, a votare. Entrambe derive negative e anche pericolose». Ma lei, Cofferati, pensa che qualcuno dei suoi ex compagni della sinistra dem vi seguirà, lascerà la casa madre per unirsi a voi? «Vedo con tristezza l’eclissi della sinistra del Pd, che non riesce a trovare un ruolo e neanche a diventare un polo dialettico. Comunque decideranno loro cosa fare».
E allora sentiamo loro, in particolare Gianni Cuperlo e Pier Luigi Bersani. Il primo non nega affatto la sua sofferenza a stare nel partito dove sta, tuttavia ancora non ha deciso se restare o uscire: «Se però l’alleanza con gli Alfano, i Verdini, addirittura i Cuffaro diventasse organica, se cioè questi personaggi entrassero nella galassia del Pd, allora penso che non mi sarebbe più possibile restare lì dentro. Perché verrebbe meno la nostra storia». L’ex leader dei democratici è meno netto di Cuperlo, spera ancora che nel Pd ci siano le forze e le idee per ribaltare una linea politica (e magari la stessa leadership) che non gli piace, pensa che se non si ricomincia dal centrosinistra, insomma dall’idea nata con l’Ulivo, la sinistra non va da nessuna parte: «Ma se mi ritrovo in casa mia gli ex berlusconiani, allora toccherà prendere una decisione radicale perché il mio Pd cambierebbe natura».
Si avvicinano le elezioni amministrative, in molte città i candidati di Sel correranno per conto loro, senza accordi con quelli del Pd. Giorgio Airaudo, per esempio, sta facendo la sua campagna elettorale a Torino, e gli ultimi sondaggi lo accreditano dell’11 per cento: «Il nostro obiettivo è unire tutto ciò che sta a sinistra del Pd, nella società e nella politica». A Roma Stefano Fassina è in corsa da tempo mentre a Milano non c’è ancora un candidato della Sinistra, potrebbe essere Pippo Civati ma ancora non si sa. «In ogni caso - spiega Cofferati - noi non possiamo sostenere Giuseppe Sala, che è totalmente alternativo alla buona esperienza di Giuliano Pisapia». Passa Luca Casarini, anche lui impegnatissimo nella costruzione di questo nuovo partito. «Ma chi l’avrebbe mai detto - scherza l’ex leader della Cgil - che io e Casarini ci saremmo ritrovati insieme...». Miracolo di Renzi.
Che potrebbe farne un altro, con il referendum sulla riforma costituzionale. «Quello - dice D’Attorre - sarà il vero spartiacque: da una parte Renzi, Verdini e, Alfano, dall’altra noi e la Sinistra. Voglio vedere cosa faranno i miei ex compagni del Pd».
Il nuovo Partito dovrebbe nascere a dicembre. Per ora un leader non c’è. E non c’è neanche il nome: Sorpresa di Fratoianni: «Potrebbe pure non esserci la parola sinistra, tanto lo sanno tutti che siamo la sinistra».