La Stampa 19.2.15
Banche, conti e riforme: l’Italia è sotto accusa
Da Londra a Berlino fino a Bruxelles gli affondi più duri
Per la stampa anglosassone l’incertezza sul credito può far deragliare il premier
Schaeuble in pressing sui nostri titoli di Stato e Juncker critica il governo su debito e deficit
di Giuseppe Bottero
Dai
conti pubblici alle banche, l’Italia torna nel mirino. I primi dubbi,
verso la fine di gennaio, sono comparsi sul «New York Times». Poi,
rumoroso, è arrivato l’affondo del «Financial Times», a firma
dell’editorialista tedesco Wolfgang Munchau. Erano i giorni più duri
dello scontro Renzi-Juncker. Il presidente della Commissione Ue aveva
accusato il premier di offendere continuamente Bruxelles, e il
quotidiano ha sfoderato il carico da novanta mettendo in dubbio «la
sostenibilità dell’Italia all’interno dell’Eurozona» e dipingendo un
panorama con Roma e Atene malate quasi incurabili. Ci è tornato su, un
paio di giorni fa, il corrispondente da Roma: «La fortuna di Renzi si
sta esaurendo» e i «venti contrari, nel corso di un anno cruciale,
potrebbero creare una situazione più cupa del previsto». Prima era
toccato a «The Economist»: «Il sistema bancario è strangolato dai
crediti in sofferenza». E sempre sulle banche è andato in scena il
pressing di Schaeuble: vuole mettere un tetto alla presenza di titoli di
Stato nei bilanci. Ieri, a rafforzare i timori di Palazzo Chigi sui
possibili movimenti ostili dalle parti di Berlino, Bruxelles, Londra e
Washington, ci ha pensato di nuovo il «Financial Times». «La questione
che può far deragliare il leader di centrosinistra è l’incertezza che
avvolge le banche».